“Ho una proposta, la metterò a disposizione di sottosegretari e collaboratori. L’esame di maturità deve perdere quell’aspetto da giudizio divino, che tra l’altro lo ha fatto diventare costoso. Deve riprendere un ruolo di appuntamento di sintesi di un anno scolastico, addirittura di un ciclo”.
E che in altre parole significa: “Nella stagione 2015-2016 dovremo tornare ai commissari interni, niente più convocazioni da lontano. E un presidente di garanzia, che non deve arrivare per forza da fuori provincia. Chiuderei l’esperienza della tesina di fine anno, un atto compilativo che è diventato solo un fiore al bavero, una collanina graziosa. Gli studenti dovranno presentare un progetto che riguardi tutto l’anno trascorso: un lavoro più teorico per i licei e un prodotto finito per i tecnici. Ascolteremo i pareri, in questi due mesi, anche su questo argomento”.
Suggeriamo tuttavia alla ministra di ascoltare per primo il parere del suo ex collega ministro dell’istruzione, Giuseppe Fioroni, che nel 2006, dopo la stagione della ministra Letizia Moratti, che implementò appunto l’esame di stato con solo membri interni, modificò quella formula ritornando all’attuale che è poi quella proposta da Luigi Berlinguer nel 1996.
Ritornando all’intervista, Giannini spiega le modalità della consultazione online: “In Europa non l’ha fatto nessuno: offriremo un sito a chiunque voglia esprimersi sulla nostra riforma “La Buona scuola”. Tre grandi stanze dove poter entrare: “Compila il questionario”, “Un grande dibattito diffuso”, “Costruiamo insieme la buona scuola”. Poi ci sono sei scatole sui temi più importanti: le assunzioni, la formazione, l’autonomia, le materie, il lavoro, le risorse. Parte anche un ciclo di incontri con le scuole, i presidi, i provveditori. Il 15 novembre faremo la nostra sintesi e decideremo se e come ritoccare la riforma”. A cui anche i sindacati dovranno partecipare come “interlocutori privilegiati. Con l’autunno le trattative partono”.
In ogni caso, spiega Giannini, questa è una “riforma è autenticamente meritocratica e se siamo gli unici a togliere gli scatti nel mondo vuol dire che siamo degli innovatori coraggiosi”.
“Non mi convince il taglio dell’ultimo anno delle superiori, anche se le sperimentazioni vanno avanti. Servirebbe una revisione organica che tiene conto dell’anello debole della scuola italiana: la scuola media”.
Alla ministra però non risultano criticità per l’avvio del novo anno, anche se “la mancanza di certezza dei docenti è il male dei mali. Fino a quando non ci sarà certezza di uomini e competenze, qualsiasi piano sarà vanificato”, mentre per quanto riguarda l’autonomia, le scuole avranno tutte” lo stesso orario e le stesse materie, a parità di branca, ma ognuna con la sua specializzazione: inglese, informatica, arte, musica. Senza competitività tra loro”. Sarà possibile invece che ai presidi di chiamare gli insegnanti che ritengono utili “all’interno della rete di scuole. Un dirigente scolastico potrà inviare un docente d’arte che ha vinto il concorso in un istituto e uno di geografia in un altro”.
Per le scuole private “per la prima volta lo Stato italiano chiede alle scuole non statali gli stessi doveri e la stessa qualità di quelle statali. Potremo mandare ispettori ministeriali anche lì: non vogliamo più diplomifici di basso livello, come oggi alcune realtà sono. In Veneto il 64 per cento delle scuole dell’infanzia è privato, in Lombardia il crollo degli iscritti alle scuole non statali è pesante. La fuga di un milione di studenti verso le statali ci farebbe chiudere la scuola italiana”, per questo occorre dare finanziamenti, specifica la ministra.
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