La ministra Stefania Giannini, al Forum economico italo-tedesco, sul modello duale di alternanza scuola-lavoro organizzato a Firenze, ha detto che a partire da quest’anno “possiamo presentare con concretezza di numeri, progetti e di strumenti il modello italiano di alternanza”.
“Credo che questo sia un grande risultato frutto dell’ accelerazione degli ultimi anni”, ha aggiunto Giannini, sottolineando che la riforma della Buona Scuola “ha messo su un binario di velocità” tali azioni.
“Due anni fa quando ci siamo trovati con la Camera di Commercio italiana e tedesca su questo tema c’era una relazione asimmetrica – ha ammesso – perché la Germania ha da molti anni un collaudato modello duale”.
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Il monte ore scuola-lavoro, ha spiegato Giannini ai cronisti, “per i ragazzi del triennio entrerà in vigore da quest’anno. Deve essere calcolato, però, nel triennio. E’ chiaro che sarà progressivo: ragionevolmente, in questo anno di avvio, come primo anno avrà un’applicazione ridotta rispetto ad una distribuzione equiparata delle 400 o delle 200 nel corso del triennio. Poi, quello è il modello a regime”.
“Penso che il modello di alternanza scuola-lavoro darà un grande risultato a partire dai prossimi cinque anni” contro la disoccupazione giovanile, ha anche detto la ministra.
“La nostra prima aspettativa – ha spiegato – è che in un ragionevole lasso di tempo, 3-5 anni, si abbiano politiche nazionali estese dell’alternanza che coprano tutto il sistema, dal modello sperimentale che pure ha dato frutti importanti, alla messa a regime sul territorio nazionale, con un milione e mezzo di studenti coinvolti”.
Al secondo punto, secondo Giannini, c’è “la valorizzazione delle specificità locali, delle vocazioni territoriali”, con “l’autonomia scolastica che è la base della Buona Scuola”. Infine, ha concluso la ministra, “vedremo risultati fra pochi anni sull’occupazione giovanile. Se dovessimo dire qual è il nemico e lo spauracchio più drammatico per l’Europa è la disoccupazione dei nostri giovani”.
Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione, introducendo il Forum ha a sua volta affermato: “Stiamo costruendo la via italiana al sistema duale tedesco. Abbiamo appreso molto – ha detto – e abbiamo cercato di fare bene i compiti a casa, senza copiare. Con la riforma della Buona Scuola, e la sua attuazione in dirittura d’arrivo, penso che dobbiamo essere fieri della nostra via italiana”.
Secondo Toccafondi “manca ancora da fare molto sull’orientamento, dove il sistema tedesco su questo ha molto da insegnarci, e sulla certificazione delle competenze”, ma fra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro “il muro sta cadendo”, e quindi “sta a noi ora costruire le strade di collegamento fra due mondi che devono assolutamente averle”.
Anche Ivanhoe Lo Bello, presidente nazionale di Unioncamere, intervenendo al Forum, ha detto la sua, interpretando il pensiero di Confindustria: “Il duale all’italiana ha bisogno di garantire in maniera molto forte ai giovani percorsi che possano poi accompagnarli nel mercato del lavoro, dando loro una possibilità per starci dentro”.
“Veniamo da una cultura nazionale – ha affermato – che vede nel lavoro il luogo dello sfruttamento, e chiede che il percorso educativo non venga collegato al meccanismo di lavoro. Questo ragionamento ha fatto danni al paese e ai ragazzi, basta guardare la disoccupazione giovanile, che non dipende dalla nostra struttura produttiva, che oggi può fare un sforzo importante per limitarla: il problema è un sistema scolastico concentrato su modelli tradizionali, con una bassa presenza della cultura scientifica”.
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