Dopo la cocente sconfitta alle elezioni europee rimediate dal partito di Scelta Civica guidato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ecco arrivare come da copione le dimissioni da Segretario della responsabile del Miur. “È un atto doveroso” esordisce il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini durante un’intervista pubblicata sul quotidiano on line Il fatto quotidiano.
“Prendiamo atto della nostra sconfitta e del risultato straordinario di Renzi “ continua nella sua dichiarazione la Giannini, che alla domanda se il suo movimento sia stato punito dagli elettori, perché associato all’Europa delle banche, risponde convintamente: “Non credo. Anzi, gli elettori non ci hanno associato proprio”.
Una domanda che vorremmo porre al ministro dell’Istruzione, che guida uno dei ministeri chiave del governo Renzi, è la seguente: “Non crede che questo risultato, così negativo nei numeri, che invece ha visto crescere esponenzialmente il partito del Premier Renzi, possa essere legato anche allo scarso riconoscimento della azione politica sulla scuola pubblica?”
In queste ore in cui si è diffusa la notizia di dimissioni della ministra Giannini dal ruolo di segretario del suo partito, sul web ci sono molte richieste di persone che chiedono al ministro dell’Istruzione di fare un passo indietro pure sul suo Ministero e contemporaneamente si chiede a Renzi di sostituire il ministro di Scelta Civica, con un ministro del PD. Ma da quanto ci è dato sapere, il ministro Giannini non ha alcuna intenzione di dimettersi da ministro della Repubblica, anzi chiarisce dicendo “che le sue dimissioni valgono solo per la segreteria del partito”. Quindi la Giannini resta al timone di Viale Trastevere più convinta che mai a rinnovare il contratto scuola, con o senza consenso dei sindacati. Su questo fronte si prevede un’estate calda o forse addirittura rovente.
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