“Credo che la carriera scolastica di uno studente deve essere considerata. È il suo portafogli, è la sua carta identità. Come farlo? Il ‘bonus’ aveva un vantaggio, quello della sintesi: hai un numero e se è il risultato di un calcolo preciso, funziona”.
Questo a proposito della questione ‘bonus maturità, che può avere sì un vantaggio, “ma è anche vero che nel nostro Paese lo stesso numero non è equiparabile in tutte le sue parti: ricevuto da una parte piuttosto che da un’altra ha un valore diverso. È un capitolo da ripensare con attenzione perché ci sono stati molti contro. Dissi solo che non fu mai scelta saggia cambiare le regole del gioco in corsa. È capitolo da valutare con attenzione”.
“Ma è un tema delicato, che va visto nei pro e contro, è un capitolo da ripensare con attenzione. La carriera scolastica di uno studente che lascia una parte importante di apprendimento, cioè la scuola, per entrare all’università, va considerata. Ma sono consapevole che i miei predecessori si sono ritrovati questioni già complicate in partenza da affrontare e io avrò lo stesso difficile compito”.
Riferendosi poi al contratto degli insegnanti, ha detto che è “mortificante” ed è da rivedere.
Equiparare gli stipendi italiani alla media europea “sarebbe un bel passo”, ma per la ministra la sfida vera “è praticare con i fatti che gli insegnanti siano figura fondamentale nella società, non solo all’interno della scuola: questo significa revisione di un contratto che è mortificante. Non solo perché pagato poco ma anche perché non ha meccanismi premiali”.
Non è un contratto, spiega la ministra, che come dovrebbe, essendo un lavoro di quella delicatezza vista l’importanza, che “premia il merito” e che “valorizza la fascia di insegnanti che si impegnano, che si aggiornano o che sopperiscono a carenze”.
Infine, a proposito delle tecniche premiali, della distribuzione del merito “in maniera intelligente”, Giannini ha risposto parlando di “più autonomia e più valutazione”.
Se si valuta, ha proseguito, viene data “più autonomia e responsabilità agli istituti e questo consente di premiare i molti che fanno un lavoro straordinario che è rimasto in ombra”.
Per quanto riguarda poi la riduzione della durata del liceo a 4 anni, come proposto dall’ex ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, la ministra Giannini ha detto che è un tema che ”richiede un approfondimento doveroso” sul quale ”non ho nulla di pregiudizialmente in contrario”.
“E’ una sperimentazione sulla quale devo personalmente approfondire. Il modello dei quattro anni viene adottato anche in altri paesi e non ho nulla di pregiudizialmente in contrario.”
Per quanto riguarda l’eliminazione di alcune materia la ministra ha le idee chiare. “Sono assolutamente d’accordo” a non eliminare lo studio della Storia dell’arte. “Uno dei bimbi della scuola media Coletti di Treviso rispondendo ieri al presidente del consiglio, ha detto: voglio studiare la Storia dell’Arte”. “Le idee sono chiare – ha aggiunto – vedremo in che modo”.
Infine Giannini ha ribadito l’importanza della parità nella scuola. Scuola “statale e non statale devono avere uguali diritti e trattamenti che corrispondano al loro diverso insegnamento. La libertà di scelta educativa è un principio europeo ed è un principio di grande civiltà. Quello del pubblico è un servizio fondamentale”, ha ribadito, “ma scuole statali e paritarie devono avere uguali diritti”.
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