I corsi abilitanti Tfa e Pas? Sono fabbriche di illusioni, che hanno prodotto solo frustrazioni per chi li ha frequentati (pagando) e per chi vi ha insegnato.
È durissimo il giudizio di Stefania Giannini, a proposito delle modalità di gestione del reclutamento scolastico precedente al suo Governo: intervistata dal settimanale “Sette”, del Corriere della Sera, la responsabile del Miur non nasconde la sua contrarietà quando il cronista le chiede se effettivamente Tfa e Pas “non hanno assolto la loro funzione”, in particolare per “la predominanza della didattica sulla conoscenza della disciplina”.
Giannini ha quindi bocciato entrambe le due tipologie di corsi abilitanti, che rispetto alle Ssis non danno infatti accesso alle Graduatorie ad esaurimento, ma forniscono solo la possibilità di accedere al concorso pubblico. Nulla più.
Il ministro dell’Istruzione guarda già al futuro: “stiamo preparando una delega (alla Legge 107/15 n.d.r.) che metterà ordine in questo campo: formare ottimi insegnanti a partire dagli anni universitari, evitando corsi successivi a pagamento”.
“Poi, conseguita la laurea, il tirocinio si farà in classe. Non c’è dubbio – ha concluso Giannini sull’argomento – che la conoscenza della disciplina venga sempre prima della didattica”.
Il riferimento del ministro alla legge delega, che arriverà nel 2017. Nel frattempo, però, gli abilitati Tfa e Pas dovrebbero tornare molto utili per coprire le supplenze.
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