Giannini non ha mai pensato alle dimissioni dopo il passaggio da Scelta Civica al Pd: secondo il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ”non è stato né un oggetto di discussione prima, né lo sarà dopo”. Il titolare del Miur lo dice a ventiquattrore dal passaggio da Scelta Civica al Pd, parlando sui motivi della scelta, a margine della giornata di lavoro a Milano a ‘Le Idee di Expo’. E spiega anche che non sono stati gli esponenti di Scelta Civica passati al Pd ad abbandonare l’ex premier Mario Monti, ma ”è Monti, in verità, che ha lasciato noi un anno e mezzo fa”.
Il ministro dell’istruzione ha aggiunto che sarebbe proprio quello il momento che avrebbe ”segnato il destino” del partito. Infine, il ministro ha spiegato di non avere avuto ”personalmente nessun confronto” con il ‘Professore’ in questi giorni a proposito della decisione di passare con i Democratici.
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Giannini ha poi affermato che il passaggio di parlamentari di Scelta Civica al Pd “stabilizza la maggioranza di Governo ma non portiamo voti in più”: lo ha chiarito, a margine del convegno ‘Le Idee di Expo’ a Milano, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, anche lei transfuga nei Democratici. Motivo del cambio di partito, ha spiegato il ministro, sarebbe l’indicazione a proseguire nelle riforme che “i nostri elettori ci hanno dato nell’aprile scorso”, e il riformismo che “‘è passato nel nuovo Pd di Matteo Renzi”.
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