Il governo del premier giapponese Fumio Kishida, visto che le università sono scivolate nella 12^ posizione nella graduatoria dele citazioni scientifiche, ha istituito un fondo di 2 miliardi di euro per sostenere 111 università e istituti tecnici che intendono espandere e potenziare i rispettivi dipartimenti scientifici.
In Giappone, nonostante abbia il 35% di studenti che si laurea nelle discipline Stem, ha avviato un nuovo programma che dovrebbe estendersi per un massimo di dieci anni con un duplice approccio: la prima parte si concentrerà sulle università pubbliche e private che stanno cercando di costruire nuovi dipartimenti o apportare modifiche strutturali a quelli esistenti per rafforzare l’educazione alle tecnologie digitali ed ecologiche, mentre la seconda parte è rivolta alle istituzioni che vogliono coltivare talenti di alto livello.
Il ministero dell’istruzione prevede di chiudere le domande per la seconda categoria alla fine dell’anno fiscale 2025. Le domande per la prima categoria, invece, saranno accettate fino alla fine dell’anno fiscale 2032.
Tra le scuole selezionate c’è la Fukui prefectural university, che istituirà un dipartimento di paleontologia (il 1° in Giappone) entro il 2025.
La Sanyo-Onoda city university, nella prefettura di Yamaguchi, istituzione specializzata in materie Stem, prevede invece di aumentare la quota di studentesse espandendo dormitori femminili e altre strutture.
A partire dall’aprile del 2024, inoltre, il ministero prevede di ampliare le borse di studio per coprire gli studenti provenienti da famiglie a reddito medio che desiderano specializzarsi in materie Stem.
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