Ieri, 22 gennaio, si è spento a 79 anni il calciatore Gigi Riva, stella del calcio italiano tra gli anni sessanta e settanta, soprannominato “rombo di tuono”. Il fautore dello scudetto del Cagliari del 1970 è colui che ha segnato di più nella storia con la maglia della Nazionale azzurra.
Gigi Riva è morto, le reazioni
Molte sono state le reazioni alla morte del campione. “Tanti italiani, e io tra questi, apprendono l’improvvisa notizia della morte di Gigi Riva con autentico dolore. I suoi successi sportivi, il suo carattere di grande serietà, la dignità del suo comportamento in ogni circostanza gli hanno procurato l’affetto di milioni di italiani anche tra coloro che non seguivano il calcio. Esprimo ai familiari il mio cordoglio e un sentimento di sincera vicinanza”, questo il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Ci lascia un grande sportivo che ha segnato la storia del calcio e della nostra Nazionale. Che la terra ti sia lieve, campione”, ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Gigi Riva ancora d’esempio per i giovani
Anche il mondo della scuola ha salutato Riva, uomo di grandi valori dentro e fuori dal campo. La dirigente scolastica di un liceo di Cagliari, in Sardegna, terra che il calciatore di origini lombarde aveva deciso di fare sua, ha scritto un messaggio sul sito della scuola: La scomparsa di Gigi Riva è una notizia che colpisce tutti. Forse i ragazzi di oggi, sempre più distribuiti su tanti sport, possono non cogliere chi sia stato. Ma per noi, ragazzi e bambini degli anni Sessanta, con i famosi quaderni pigna con il suo volto e le figurine del Cagliari campione, Gigi Riva rappresenta un ideale. Di chi, non nato sardo, ha eletto la Sardegna a sua casa. Di chi, con quello scudetto, ha realizzato il riscatto della nostra Isola di fronte allo strapotere delle altre forti squadre nazionali. Di chi ha preferito le ragioni del cuore a quelle dell’ingaggio. Conquistandosi l’amore incondizionato di una terra. Per i nostri giovani ancora un esempio: che i sogni, se ci si crede davvero, possono diventare realtà. Che la nostra casa è il luogo ove sta il cuore”. Insomma, la storia di Gigi Riva è sicuramente di grande esempio anche per i giovani di oggi.
I ragazzi di oggi hanno modelli di vita?
I ragazzi di oggi hanno dei modelli di vita cattivi o non ne hanno proprio? Questa la domanda che si è fatto il giornalista Carlo Baroni, su Il Corriere della Sera, raccontando un aneddoto relativo ad un docente, che ha posto la domanda fatidica ad un ragazzo: “Chi sono le tue figure di riferimento?”.
La risposta è spiazzante. “Lui ci pensò e rispose che non gli veniva in mente nessuno. Nessuno che lo ispirasse. Poteva cavarsela magari con il nome di un rapper. O del bomber della squadra del cuore. Preferì la via della sincerità. Non vedeva nessun modello di vita intorno a sé”, ha raccontato il docente, sorpreso.
Né i genitori, né un idolo musicale, né un campione sportivo: nessuno. Questa mancanza di un modello a cui ispirarsi non suggerisce nulla di buono. “La stessa domanda trent’anni fa avrebbe avuto un’altra risposta. Esistevano ancora gli ‘eroi’. O quantomeno donne e uomini che noi ritenevamo tali. Non che il mondo fosse un posto migliore per viverci. Solo ci sembrava ci desse più speranza. Sono cambiati i ragazzi di oggi? Difficile fare confronti. Ma l’idea è che siano i grandi a latitare”, ha scritto il giornalista.
“Una figura di riferimento non è un essere superiore. Al contrario è chi si mette al livello degli altri. Che si avvicina, addirittura si china per poterti ascoltare meglio. Si abbassa per permetterti di elevarti. Ti chiama per nome, si ricorda di te. È qualcuno che ti fa credere di essere migliore di quello che sei. E così lo diventi davvero. Tutti abbiamo una luce dentro, il segreto è trovare l’interruttore per accenderla. Qualcuno che sappia ispirarci per davvero. Che ci indichi la strada. Sono i ragazzi a chiederlo per primi”, ha concluso.