Precariato in primis, ma non solo: l’elenco delle criticità presentato dalla Gilda degli Insegnanti al neo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, in occasione del primo incontro con i sindacati, comprende anche le difficili condizioni di lavoro dei docenti, la scarsità di risorse economiche, il degrado in cui versano troppi edifici scolastici, la maggior parte dei quali nelle regioni del Sud.
“Il tema del precariato riveste senz’altro un ruolo di primo piano nel confronto che intraprendiamo oggi con Fioramonti: occorre proseguire lungo la strada tracciata con l’accordo del 24 aprile scorso – dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – e ci dichiariamo disponibili a discutere del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 agosto e ad ascoltare quali sono le modifiche che il nuovo Governo intende apportare. Di certo non è possibile procrastinare oltre una soluzione al fenomeno dilagante del precariato, perché questo anno scolastico è iniziato nel segno di una ‘supplentite’ ancora più accentuata rispetto agli anni scorsi e perché pende come una spada di Damocle la nuova procedura di infrazione avviata a luglio dalla Commissione Europea che ha denunciato il nostro Paese per reiterazione nell’abuso dei contratti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione”.
Il precariato non è l’unica piaga che affligge i professionisti della cattedra: a rendere difficili le condizioni di lavoro, concorrono anche gli innumerevoli adempimenti burocratici che gravano sulle spalle dei docenti, “il cui primo impegno – sottolinea Di Meglio – non consiste nell’elaborare progetti o nel redigere mucchi di scartoffie, ma nell’insegnare e nell’instaurare un dialogo sano e proficuo con gli studenti”.
All’improprio carico burocratico, poi, si aggiungono la carenza di risorse destinate all’istruzione, come evidenziato recentemente dall’OCSE, e il rapporto spesso conflittuale con i genitori degli alunni che in alcuni casi sfocia in aggressioni ai danni degli insegnanti.
“A fronte di tutto ciò e di stipendi non solo al di sotto della media europea, ma inferiori anche rispetto a quelli percepiti dagli altri dipendenti pubblici, l’asticella degli impegni richiesti ai docenti si alza sempre di più. A Fioramonti – conclude il coordinatore nazionale – chiediamo di creare le condizioni affinché gli insegnanti possano svolgere al meglio il loro lavoro e venga loro assegnato il giusto riconoscimento sociale ed economico”.
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