“Ancora troppi i ´buchi neri´ sul Comitato di valutazione istituito dalle legge 107: invitiamo perciò tutti gli insegnanti a non eleggerlo durante il primo collegio dei docenti e a chiederne il rinvio qualora sia stato già inserito nell´ordine del giorno della riunione”.
L´appello arriva dalla Gilda degli Insegnanti, che sottolinea come nella riforma non sia stabilito alcun termine temporale entro il quale nominare il nuovo organismo.
Un organismo nuovo che è vecchio e che continua ad esistere con funzioni rinnovate, a costo zero, senza oneri per lo Stato. Ma che adesso andrà a decidere cose più importanti e sarà qualcosa di più che il solito lasciapassare dopo l’anno di prova dei docenti. Per questo ha cambiato anche il suo nome, anzi l’ha accorciato: da Comitato per la valutazione del servizio dei docenti è diventato, con dicitura inquietante, Comitato per la valutazione dei docenti. (comma 129 dell’art.1 della Legge n.107 del 13 luglio 2015).
Poche cose si sanno con certezza. Men che mai come dovrà essere eletto e come dovrà poi funzionare questo fantomatico organo, che, nelle intenzioni del legislatore dovrà introdurre la tanto auspicata meritocrazia nella scuola. Unico aspetto chiarito, forse con la voglia di ingenerare un pizzico d’ansia nei docenti è la sua composizione: “Il Comitato è istituito presso ogni istituzione scolastica ed educativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica; nessun compenso previsto per i membri; durerà in carica tre anni scolastici; sarà presieduto dal dirigente scolastico; i componenti dell’organo saranno: tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; a questi ultimi si aggiungono due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici”.
Resta un problema fondamentale e immediato: come dovranno essere scelti i docenti che entreranno a far parte del Comitato? E i genitori e gli alunni? Perché sono stati eliminati i membri supplenti, requisito fondamentale per il funzionamento di un organo che deve essere in collegialità perfetta? Come dovranno operare il collegio dei docenti e il consiglio di istituto nella scelta dei docenti, dei rappresentanti dei genitori e degli studenti?
Continua la Gilda: “Il legislatore ha pure dimenticato di prevedere l´elezione dei membri supplenti. Questo particolare potrebbe bloccare il comitato anche per la semplice assenza di un componente, visto che si tratta di un collegio perfetto come tutti gli organismi valutativi. Senza considerare, poi, il rischio che nasca un conflitto di interessi tra chi decide i criteri di attribuzione del bonus e chi lo ottiene”.
Il sindacato ribadisce infine il proprio giudizio fortemente negativo su questa modalità di valutazione della professione docente che introduce nel comitato anche figure non competenti come genitori e alunni.
E’ il caso di rinviare dunque, fino a quando non interverranno chiarimenti in merito, l’elezione del Comitato di valutazione, ricordando che le decisioni del mese di settembre sono fondamentali per il buon andamento dell’anno scolastico. Non vorremmo che la gatta frettolosa facesse i gattini ciechi…