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Gilda Calabria, preoccupazione per calo demografico

Anche per quest’anno si è consumato il rito dell’informativa ai sindacati rappresentativi del comparto scuola da parte dell’USR per la Calabria.

Anche per quest’anno abbiamo appreso che nelle scuole calabresi ci saranno circa 5300 allievi in meno.

Anche per quest’anno si sono fatti i miracoli per contenere la perdita di cattedre da 170 a circa 90.

Anche per quest’anno, quindi, apprendiamo che la popolazione della Calabria è scesa e che è una Regione a rischio desertificazione demografica. Il calo di allievi è così rilevato: Catanzaro -1300; Cosenza -1307; Crotone -656; Reggio Calabria -1238; Vibo Valentia -800.

Noi sindacati, a quel tavolo di informativa, gli unici rilievi che siamo capaci di fare riguardano lo spostamento di qualche cattedra dalla provincia x alla provincia y.

I dati numerici sono inconfutabili, ma dove sono andati a finire gli allievi? Calo di nascite, migrazione, quali le cause?

Assistiamo inermi a questo dramma che interessa la Calabria (ma anche il sud) nella totale assenza della politica. L’ultima convocazione dell’assessore regionale che è stata fatta dei sindacati della scuola risale a più di tre anni fa per il dimensionamento scolastico poi niente più.

L’unico interesse dei politici calabresi riguarda il vitalizio e lo stipendio da parlamentare regionale.

Come può una Regione con meno di 2.000.000 di abitanti ed un tasso di disoccupazione superiore al 40% permettersi una classe politica cosi costosa?

Intanto pensiamo alla regionalizzazione alla secessione dei ricchi, l’egoismo e l’odio stanno sfasciando l’Italia. In un mondo globalizzato, Veneto e Lombardia si vogliono chiudere nei loro confini dorati, facciamo la scuola veneta, la sanità lombarda, le autostrade lombardovenete. Si trattengano le imposte prodotte in Italia ma versate in Veneto presso di Loro, ed i meridionali “i terroni” si arrangino si impegnino di più, si sacrifichino di più.

Noi meridionali non ci possiamo lamentare, non ci siamo fatti mancare niente soprattutto una classe politica inetta che si è arricchita a dismisura; trovatemi un politico povero, ci sono artisti, sportivi, che, finita la carriera sono diventati poveri, ma mai un politico.

Intanto i nostri colleghi che sono stati costretti ad andarsene al nord (con l’inganno) grazie alla buona scuola, vengono nelle sedi a chiederci se quest’anno ce la faranno a rientrare.

Che risposta dare con questi dati che sono stati diffusi? L’unica possibile è: fai la domanda e spera nella buona sorte.

La distruzione dell’Italia passa dalla distruzione della scuola pubblica.

Antonino Tindiglia (Gilda Insegnanti Calabria)

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