Anche Gilda degli insegnanti interviene al dibattito in merito alle modalità del piano straordinario di assunzioni previste dalla legge 107.
“Sul piano di assunzioni regna il caos – afferma il sindacato in un comunicato – e la responsabilità è tutta da imputare a una legge sbagliata voluta da un governo che, ignorando i meccanismi complessi della scuola, ha avuto la presunzione di scriverla senza dare ascolto a chi, invece, conosce bene questo mondo. E adesso a farne le spese sono i precari”.
Nello stesso comunicato, Gilda rispedisce al mittente le critiche lanciate ai sindacati dal ministro Giannini:“Sono decine di migliaia i precari che in questi giorni stanno affollando le nostre sedi in tutta Italia per ottenere chiarimenti sulle immissioni in ruolo, soprattutto per quanto riguarda le fasi B e C. La maggior parte degli insegnanti – spiega la Gilda – non si rivolge ai nostri uffici per avanzare richiesta di assunzione, ma per sapere dove sono disponibili i posti e per capire cosa accade nel caso in cui si decida di non presentare domanda. Come avevamo previsto, incertezza e confusione la stanno facendo da padrone e per questo, subito dopo aver esaminato la riforma, avevamo cercato in tutti i modi di convincere Governo e Miur a trovare soluzioni diverse”.
“La stragrande maggioranza dei precari – prosegue la Gilda – è scontenta non perché il posto di lavoro proposto è lontano da casa, ma per l’iniquità delle assegnazioni che non avvengono in base al punteggio, ma alle fasi delle assunzioni previste dalla riforma. Non dimentichiamo – conclude il sindacato – inoltre il problema, ancora da risolvere, dell’esonero dei vicepresidi che per i primi due mesi del prossimo anno scolastico potrebbero essere in classe a insegnare e poi, con l’introduzione dell’organico potenziato, lasciare la cattedra, in barba alla continuità didattica tanto invocata da Giannini e Renzi”.
Secondo la Gilda, dunque, il piano di assunzioni, cavallo di battaglia della cosiddetta “Buona Scuola”, rischia di rivelarsi un fallimento e di provocare gravi ripercussioni sull’avvio dell’anno scolastico.
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