“La montagna ha partorito il topolino: il decreto scuola, che ieri ha incassato la fiducia del Senato, è un pannicello caldo che ha lasciato inalterati chiamata diretta, ambiti territoriali e comitato di valutazione, cioè gli aspetti più deleteri della legge 107/2015”. E’ un giudizio critico quello espresso dalla Gilda degli Insegnanti sul provvedimento votato ieri a Palazzo Madama.
Secondo il coordinatore nazionale Rino Di Meglio, il tanto sbandierato aumento dei compensi per i commissari e i presidenti di concorso è tanto fumo ma ben poco arrosto: “Si passa da 1.30 euro l’ora in media di lavoro a poco più di 2,50 euro lordi, una cifra che non valorizza assolutamente il lavoro svolto dai docenti. Inoltre, non è previsto alcun esonero o semiesonero all’attività didattica durante il periodo dell’esame, come invece aveva chiesto la Gilda”.
Critica la posizione anche sul finanziamento di 12,2 milioni di euro come contributo alle scuole paritarie a favore dell’inclusione degli allevi con disabilità, “una misura dalla nobile finalità – afferma il sindacato – ma concepita senza che si faccia riferimento all’organizzazione e agli organici dedicati alla disabilità che tali scuole dovrebbero attivare concretamente”.
“Da rilevare poi – conclude Di Meglio – che la decisione di posticipare dal 1 al 15 settembre l’assunzione per i futuri neo immessi in ruolo dimostra il grave stato di difficoltà operativa in cui versa il Miur”.
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