Al dietrofront di Cgil, Cisl e Uil per lo sciopero del 15 febbraio non ha fatto seguito un’analoga decisione dei sindacati autonomi della scuola. Gilda e Snals, infatti, hanno deciso, ciascuno di propria iniziativa, di confermare l’agitazione già annunciata. E dunque, scenderanno in piazza per manifestare il loro dissenso sulle scelte del governo. Per la Gilda, associazione professionale di soli insegnanti, "l’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil relativo al pubblico impiego tradisce ancora una volta le attese dei docenti; la scuola, strumentalmente chiamata a sostenere la vertenza, è stata svenduta in cambio dei pochi spiccioli del recupero inflattivo, peraltro rinviato alla prossima finanziaria". La protesta però potrebbe rientrare se il governo decidesse di bloccare il taglio di 8500 cattedre, previsto per il prossimo anno e desse assicurazioni sul reperimento di risorse aggiuntive per il contratto e per l’apertura dell’area contrattuale separata. Peraltro annunciata da tempo dal dicastero di viale Trastevere.
Per lo Snals, invece, "Le misere 30mila lire lorde, promesse, tra l’altro, senza copertura – ha detto Fedele Ricciato, leader del sindacato autonomo – sono un inaccettabile arretramento rispetto al piano pluriennale di 19mila miliardi annunciato dal Ministro Moratti, senza il quale né si possono realizzare le auspicate riforme, né adeguare le retribuzioni ai livelli europei."
"L’accordo Governo-Sindacati confederali è, pertanto, ingannevole e riduttivo – ha concluso Ricciato – e la categoria è invitata a scioperare compatta per la difesa della scuola statale e dei diritti di chi in essa opera, contro una devoluzione incontrollata che minaccia l’unitarietà del sapere e del sistema scolastico, per la stabilità degli organici, l’organizzazione del lavoro e la salvaguardia dell’impianto disciplinare e delle educazioni, del tempo pieno e del tempo prolungato".
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