D. Il vostro giudizio sulla proposta di legge finanziaria è negativo in toto o vi sono aspetti che valutate positivamente?
R. Il nostro giudizio sul disegno di legge finanziaria di quest’anno è negativo. Sia per quanto riguarda le risorse, insufficienti persino per coprire il differenziale tra l’inflazione programmata e quella reale, sia per le cervellotiche misure sugli organici, che determineranno gravi disagi agli alunni e alla scuola italiana nel suo complesso. Non ci sono aspetti del dispositivo che incontrano il nostro favore.
D. Il ministro Moratti continua ad affermare che nella scuola è necessario riqualificare la spesa. Cosa ne pensate?
R. Se riqualificare la spesa si sposa con innalzamento della qualità dell’istruzione e con misure che non ledono il diritto allo studio, con la valorizzazione della professione docente, intesa soprattutto come "lavoro in classe", il nostro giudizio potrebbe diventare positivo. Viceversa, se la riqualificazione della spesa passa attraverso tagli agli organici e misure di solo contenimento della spesa, allora siamo nettamente contrari.
Al momento, l’unica certezza che abbiamo è data dalla precisa volontà dell’Esecutivo di aumentare lo stipendio dei dirigenti nell’ordine di 36 milioni all’anno e questo nelle scuole non sarà ben accolto.
D. Questo Governo sembra intenzionato a riproporre meccanismi che in qualche misura possano "premiare" i docenti che lavorano di più (vedi per esempio le disposizioni dell’art. 13). Qual è la vostra opinione in merito?
R. La ratio dell’articolo 13 non è quella di aumentare le retribuzioni dei docenti.
Piuttosto direi che va nel senso opposto, attraverso la crescita indiscriminata delle ore frontali di insegnamento retribuite come accessorio. Le misure adottate poi comporteranno spezzettamento delle cattedre e delle discipline insegnate, e un numero alto di soprannumerari in ogni scuola, che il governo non ci ha detto ancora come intende sistemare. Per non parlare dei provvedimenti sulle supplenze: in altre parole, gli alunni rimarranno per settimane senza professori e gli ottantamila precari che quest’anno in qualche modo hanno insegnato resteranno al palo forse per anni, il blocco del turn over è evidente. Da queste scelte non ci guadagnano gli studenti e non ci guadagna la scuola.
D. Lo slogan del Ministro sembra essere: "Stipendi europei, a condizione che si discuta anche degli standard". Siete d’accordo?
R. Esiste un punto fermo sul quale non siamo disposti a discutere: lo stipendio tabellare dei docenti deve essere aumentato senza mutare la natura del rapporto di lavoro così come ora si configura sul piano contrattuale. Qualunque mutamento dell’orario di lavoro va affrontato e discusso in sede di contrattazione nazionale e non sarà a costo zero. Ad un confronto sugli standard europei anche di prestazione professionale siamo pronti, purché non ci si giochi, come accadde l’anno scorso al tavolo tecnico, quando vennero messi nel paniere pure gli standard dell’Albania.
D Pensate che la Gilda possa adottare iniziative comuni con gli altri sindacati della scuola per quanto riguarda la legge finanziaria?
R. Rispetto alla Finanziaria mi auguro che si possa arrivare ad attuare iniziative comuni, la portata delle misure adottate è troppo grossa per i distinguo. Questo non vuol dire bocciatura del Governo che per altri versi è impegnato in direzioni che noi abbiamo sempre auspicato, ad esempio l’area contrattuale separata dei docenti. Impegno che però, al momento, è ancora tutto da verificare.
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