Le elezioni 2022 si avvicinano, mentre crescono le aspettative per il prossimo Governo. Quest’ultimo dovrà affrontare varie problematiche, molte di esse legate al mondo della scuola. Proprio il tema dell’istruzione è qualcosa di prioritario per gli italiani, come dimostra un’indagine Gilda-Swg.
Secondo questo studio, come fa sapere la Gilda degli Insegnanti in un comunicato stampa, per 9 italiani su 10 l’istruzione deve rivestire un ruolo di primo piano nell’agenda politica. In particolare oltre il 90 per cento degli intervistati ritiene che la scuola debba essere in cima alla lista degli impegni della classe politica: per il 54 per cento dovrebbe occupare una posizione ‘prioritaria’, per il 38 per cento ‘importante’.
C’è un disclaimer da fare su questa percentuale, sia dal punto di vista dell’estrazione sociale degli intervistati che dalla loro fascia d’età di appartenenza: di questo 54 per cento risulta che a considerarlo tale sono soprattutto i genitori di figli che frequentano la scuola secondaria (65 per cento), le persone laureate (63 per cento) e i ceti medio-alti (59 per cento).
Prendendo in esame l’età degli intervistati, invece, si evidenzia che di quel 54 per cento la maggior parte è costituita da 35-54enni (51 per cento) e over 55 (61 per cento), mentre maggiore freddezza è dimostrata dai giovani tra i 18 e i 34 anni (46 per cento).
Inoltre, l’indagine ha cercato di comprendere quali problemi relativi alla scuola, secondo i partecipanti al sondaggio, sono da affrontare prima degli altri. Precariato e inadeguatezza degli spazi dove svolgere l’attività didattica vengono
indicati come i problemi della scuola più impellenti ai quali il prossimo governo dovrebbe dedicarsi.
Per il 27 per cento l’intervento più urgente da mettere in campo riguarda la stabilizzazione dei docenti precari, a garanzia della continuità didattica, e il potenziamento del sistema di reclutamento con concorsi a cadenza annuale, mentre il 26 per cento lo individua nella riqualificazione degli edifici scolastici attraverso l’ampliamento degli spazi e la riduzione del numero di alunni per classe. Secondo il 21 per cento, invece, la priorità spetterebbe al contrasto alla dispersione scolastica e al recupero del divario tra studenti del Nord e del Sud; il 16 per cento alla sburocratizzazione del lavoro dei docenti e il 10 all’aumento degli stipendi degli insegnanti.
“Come insegnanti – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – siamo confortati dall’attenzione che l’opinione pubblica dimostra di avere verso la qualità dell’istruzione in Italia. Ci auguriamo che questo sentimento diffuso contagi anche coloro che si assumeranno la responsabilità di governo dopo le elezioni. I cittadini italiani sembrano aver compreso bene che investire sull’istruzione significa investire sul futuro del Paese”.
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