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Gioca d’azzardo un 13enne su tre: il Codici chiede agli istituti di coinvolgere esperti

Continuano giungere conferme sulla predilezione di nostri giovani per il gioco d’azzardo. A fornirle stavolta è un’indagine svolta dal “Centro per i diritti del cittadino: quasi un 13enne ogni tre (il 32%) dei 300 studenti delle scuole medie inferiori e superiori intervistati nella capitale, a Roma, avrebbe dichiarato di spendere tra i 25 e i 30 euro a settimana. Non si tratterebbe, quindi, di casi sporadici, ma di una vera e propria tendenza che non sembra volersi arrestare. Anzi, poiché risulta in costante aumento secondo l’associazione secondo i ricercatori autori dello studio per prevenire ulteriori coinvolgimenti di giovani sarebbe opportuno che nelle scuole vengano attivati specifici programmi di consulenza psicologica.
A determinare l’incremento avrebbe concorso anche l’ampliamento dell’offerta: Win for life, Video poker, Gratta e Vinci, la scelta di giochi d`azzardo che oggi si ha a disposizione è piuttosto ampia. Se 10 anni fa si giocava quasi esclusivamente al lotto o alla Lotteria Italia ora i giochi d`azzardo sono sempre più accessibili e ‘quotidiani’, basta pensare al Superenalotto o alle slot machine nei bar. A giocare sono soprattutto le fasce più deboli: persone che avvertono più delle altre la crisi.
E in questa fascia risultano anche molti giovanissimi. In base a quanto rilevato dalla ricerca risulta che a 13 anni si gioca prevalentemente al ‘Gratta e Vinci’ e al video poker: anche perché sono considerati da oltre la metà dei ragazzi intervistati (il 56%) “dei giochi innocenti”. In realtà di euro in euro, il 32% di questi ha dichiarato di spendere anche 25-30 euro a settimana, tanto che tra i giovanissimi c’è anche l`abitudine di chiedere, in genere al compagno di classe, soldi in prestito per acquistare un ‘grattino’.
Le motivazioni alla base del gioco d’azzardo sono tuttavia svariate: il 15% dei ragazzi intervistati gioca per noia, il 25% per sfidare la sorte, il 30% per avere qualche soldo in più il fine settimana, il 22% per divertimento. I rimanenti non hanno saputo rispondere, “probabilmente perché il comportamento a rischio – spiega sempre il Codici – è entrato a far parte delle cosiddette condotte automatiche per le quali si agisce d`impulso“.
E questo meccanismo, di avvicinamento al gioco d’azzardo, come ad altre condotte distorte, quasi automatico sarebbe l’aspetto che più inquieta gli esperti. E poiché “la scuola, accanto alla famiglia, ha un`importante funzione educativa per i ragazzi sarebbe opportuno – sottolineano gli esperti – avviare, all’interno dei contesti scolastici, campagne di informazione, sensibilizzazione e prevenzione ai comportamenti inadeguati e a rischio rivolte soprattutto alla fascia di età compresa tra i 13-18 anni. E fornire – concludono dal “Centro per i diritti del cittadino” – attraverso l`aiuto di esperti psicologi e sociologi informazioni sui rischi e sulle possibilità di aiuto“.
In attesa che il ministero dell’Istruzione sostenga iniziative ad ampio raggio (anche se la “razionalizzazione” in atto non fa ben sperare, almeno sul breve periodo) è bene che i singoli istituti avviino iniziative di questo genere avvalendosi dell’autonomia operativa che gli compete. E non solo a livello di scuola superiore: sarebbe bene che a conoscere rischi e pericoli del gioco d’azzardo siano anche gli alunni della scuola primaria.
Alessandro Giuliani

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