Didattica

Giochi educativi: il rapporto fra evasione mentale e guizzi di genio

Esperimenti, schede didattiche, puzzle, labirinti, cruciverba e molto altro per imparare divertendo,  in altre parole tante idee di giochi educativi per bambini per conoscere e apprendere. Un modo facile e ludico per stimolare la voglia ed il piacere di apprendere.

Per i piccoli studenti il bambino il gioco è, prima di tutto, un’attività fine a se stessa che porta benessere e divertimento ma che può diventare un importante motore di allenamento della sfera cognitiva come dimostrato da Maria Montessori e altri studiosi come lo storico olandese Johan Huizinga.

Sull’argomento, in tempi recenti, gli studiosi hanno scritto molto e tante ricerche sono state fatte, soprattutto negli Usa, per mettere in evidenza il rapporto fra evasione mentale e guizzi di genio.

Il New York Times ha fatto il punto raccogliendo gli studi più interessanti, uniti da un filo conduttore: la creatività è figlia della combinazione fra attenzione esterna (la cosiddetta “task positive”, che attiviamo al momento dell’esecuzione di un compito) e interna (che entra in funzione tutte le volte che non siamo concentrati su qualcosa di particolare).

I giochi come il puzzle, che apparentemente richiedono concentrazione e attenzione, in realtà sollecitano il cervello ad attivare il meccanismo opposto e gli conferiscono quella sensazione di evasione, svago e libertà (“mind wondering”) che a sua volta ci rende più brillanti.

In conclusione si può sicuramente affermare che un gioco può essere definito veramente educativo solo nel caso in cui contenga dei contenuti educativi presentati non in maniera esplicita e sia stato pensato per trasmetterli al fine di raggiungere un preciso obiettivo di crescita del bambino.

Attraverso il gioco educativo, infatti, il trasferimento del concetto da apprendere non avviene in maniera diretta ma avviene in una maniera indiretta, attraverso un percorso ricco di attività ed esperienze particolari e coinvolgenti.

Aldo Domenico Ficara

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