Una campagna di prevenzione nazionale per placare il fenomeno dei giochi violenti attuati, soprattutto durante la ricreazione, in molte scuole elementari e medie francesi: a decretarla è stato il ministero dell’Istruzione transalpino, a seguito dell’aumento consistente di episodi che si sono da tempo trasformati da scherzi e goliardiche “ragazzate” a veri e propri atti di bullismo con pesanti ripercussioni sulle vittime. Il massimo organo di responsabilità scolastica francese ha dovuto prendere atto delle denunce fatte da insegnanti e genitori. Una, in particolare, avrebbe colpito il ministro: quella di Magalie Duwelz, presidente dell’associazione Sos Benjamin, nata dopo la morte di suo figlio in una scuola di Clichy-sous-Bois, località a nord di Parigi: il piccolo rimase vittima di un assurdo gioco del foulard, cinto attorno al collo, tramite cui avrebbe dovuto raggiungere una sensazione di estasi e che invece lo strangolò.
Gli altri “giochi” pericolosi si chiamano delta, pomodoro, lattina, mikado, one-one e tanti altri: l’Osservatorio nazionale francese ne ha stimato che sono almeno 90, esaminandoli uno a uno. Il gioco del pomodoro per esempio consiste nel far fare flessioni alla vittima fino a farla diventare rossa in viso dallo sforzo mentre uno degli aggressori preme sullo sterno; nel gioco del delta il gruppo sceglie la sua vittima tra gli studenti che stanno facendo ricreazione e lo riempie di colpi violenti; one-one è invece una sfida faccia a faccia tra gli avversari di ciascuna banda; nel mikado tutto il gruppo si ammassa sopra la vittima e poi la tira su dalle caviglie. Duwelz ha ritenuto questa esplosione della violenza nelle scuole come conseguenza di internet e di certe trasmissioni televisive in cui “si ride del dolore degli altri”. Nella maggioranza dei casi si tratta di giovani curiosi di sperimentare nuove pratiche in comunità e di provare l’ebbrezza di nuove sensazioni.
Secondo un rapporto ministeriale l’imperversare del fenomeno, definito “inquietante” starebbe creando sempre più problemi psicologici ai compagni che ne subiscono le conseguenze, sino a provocarne, in alcuni casi limite, l’idea del “suicidio”. Lo stesso ministero dell’istruzione francese ha creato un gruppo di lavoro composto da psichiatri, giudici dei minori, esperti dell’infanzia: sarà questa equipe a definire la campagna di prevenzione nazionale: il fine rimane, comunque, quello, si legge nel rapporto, di “riflettere su messaggi e azioni di sensibilizzazione destinati a genitori e insegnanti”. Secondo il presidente della Federazione per la consulenza ai genitori degli studenti (Fcpe), Georges Dupont-Lahitte, “la prevenzione ha fatto alcuni passi ma resta ancora molto da fare, cominciando, per esempio, con l’aumentare la vigilanza nelle scuole”.
Secondo lo psicologo Gregory Michel, i ragazzi sanno bene quanto possa essere “pericoloso ma a giocare con la morte provano a sé stessi e agli altri la loro identità e la loro virilità”. Il fenomeno non è però più isolato e conosciuto solo nelle scuole: sono sempre più numerosi i genitori che si mobilitano per denunciare le violenze gratuite. Intanto, però, starebbe nascendo un’altra tendenza perversa ed estesa agli studenti delle superiori: quelle che vede diversi giovani francesi propensi ad insultare e in alcuni casi ad aggredire i docenti. Basterà la campagna nazionale del ministero per arginare questa escalation di violenza scolastica?