Ieri, 7 febbraio, nel corso della prima serata del Festival di Sanremo 2024 è salita sul palco del teatro Ariston Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista 24enne ucciso alla fine dello scorso agosto a Napoli da un 16enne, che gli ha sparato dopo una banale lite.
La donna ha spesso fatto appelli, in questi mesi, al Governo, per inasprire le pene per i minori violenti, chiamando in causa anche la scuola. Ecco uno stralcio del discorso, come riporta Fanpage.it: “Hai un modo aristocratico di stare al mondo, pratichi la gentilezza e generi bellezza intorno a te, al contrario di chi ti ha strappato barbaramente alla vita. E proprio perché l’amore è il contrario della morte tu stasera vivi attraverso la musica che amavi e che ti farà essere eterno. E poi perché stasera tutta Italia sta ascoltando il talento e le note del maestro Giovanbattista Cutolo. Ciao, Giogiò, ti amiamo tutti”.
La donna, subito dopo l’omicidio del figlio, a La Repubblica ha chiesto di poter parlare con il presidente della Repubblica e con la presidente del Consiglio e ha detto: “Dobbiamo gridare alle istituzioni di venire in campo, mio figlio non c’è più a casa mia. Vengono sdoganati solo modelli materialistici, la scuola non funziona, le famiglie smembrate, la musica non viene sdoganata. Voglio che la morte di Giovanbattista funga da caterpillar contro tutte queste ingiustizie, devono cambiare le leggi”.
“Sono senza parole, questa cosa di un sedicenne che ha sparato a mio figlio non la posso proprio accettare. Perchè se a 16 anni esci con un’arma funzionante hai contezza del dramma che stai creando attorno a te. Mio figlio amava il bello, l’arte, aiutava i suoi amici. Ma, come disse Bennato, Napoli è fatta di tante Napoli. L’altra notte si sono incontrate due Napoli, quella di mio figlio e quella del sedicenne, che non si appartengono, che non si somigliano perchè la Napoli di Giogiò non è una Napoli che si alimenta di pane, TikTok, droga o di orrori. Pensiamo all’arte e alla cultura: sono questi i valori che dobbiamo dare ai nostri ragazzi”, così si è sfogata la donna a TgR.
“Mio figlio era pieno di valori, poteva solo aiutare Napoli. Un ragazzo di 16 anni che esce con la pistola ha contezza di quello che fa: esce per sparare. Non è un ragazzino, deve avere una pena esemplare”, ha detto a La7.
Il giovane, che quanto pare aveva abbandonato la scuola, ora è accusato di omicidio volontario. Non è la prima volta che il ragazzo ha a che fare con la giustizia. Era tornato a casa da pochi giorni dopo una condanna per truffa e quando aveva meno di 14 anni fu coinvolto insieme ad altri minorenni nell’accoltellamento di un coetaneo. Non era imputabile, non aveva l’età per esserlo. Troppo bambino, almeno per la legge.
A sparare, lo scorso 31 agosto, a Giovanbattista, sarebbe stato un ragazzo di 16 anni con precedenti per tentato omicidio e truffa, forse imparentato esponenti della camorra, ritenuto vicino a una banda di rapinatori di Rolex. Questo avrebbe sparato tre colpi dopo una rissa scoppiata per futili motivi: un parcheggio di uno scooter che impediva una manovra a un altro motorino. A rintracciarlo nei Quartieri Spagnoli, poche ore dopo il delitto avvenuto alle 4,30 del mattino, sono stati gli investigatori della Squadra mobile.
La scintilla che avrebbe fatto degenerare la situazione sarebbe scoppiata dopo che la ragazza di Giovanbattista, che si trovava insieme a lui, ha chiesto di spostare uno scooter parcheggiato male.
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