Gentile Onorevole Meloni,
sono un docente della scuola primaria italiana, attualmente RSU eletto in quota FLC CGiL.
Leggo sui giornali la Sua affermazione riguardante il Paese che sogna, nel quale un buon docente non deve avere per forza la tessera della Cgil.
Vorrei renderle noto che il tesseramento ad un’organizzazione sindacale, qualunque essa sia (sono stato dirigente sindacale della Cisl Scuola), è un diritto riconosciuto dalla Legge ed è libero, proprio come l’iscrizione a Fratelli d’Italia.
Le organizzazioni sindacali sono libere associazioni di lavoratori che nella storia hanno garantito migliori condizioni di lavoro e di vita ai lavoratori. Dal tesseramento al sindacato non ho avuto nessun privilegio di carriera se non quello di poter esprimere e rappresentare le esigenze di un mondo, quello della scuola, i cui lavoratori vengono presi in considerazione solo nei momenti elettorali e soltanto a parole, infatti non vengono nemmeno seriamente consultati per le riforme di sistema (avrebbero tanto da dire e da consigliare).
Sicuramente Lei voleva esprimere l’esigenza di un Paese libero dalle lobby o dai gruppi di interesse, ma l’aver preso come esempio una specifica organizzazione sindacale, che notoriamente non è allineata a posizioni di destra, è frutto di una cultura divisiva e non è un bel gesto nei confronti di chi ha scelto di aderire al sindacato, a qualsiasi sindacato. Questo pensiero lo esprimerei sia a Lei sia a qualsiasi altro leader politico che pensasse di additare in senso negativo un’ organizzazione sindacale.
Ho scelto di candidarmi come componente della RSU nell’ottica di rappresentare gli interessi della mia categoria, nell’ambito di un corretto e proficuo rapporto con l’ Amministrazione di cui faccio parte e non per avere privilegi di carriera. Non so se sono un buon docente, ma sono un lavoratore che da vent’anni insegna nella scuola italiana con senso del dovere e spirito di servizio e non mi sono iscritto alla CGIL pensando di diventare un buon docente grazie al tesseramento sindacale.
In passato sono stato distaccato presso la Cisl Scuola e lavoravo anche molte più ore rispetto a quelle previste dal mio contratto, ma lo facevo per aiutare centinaia di colleghe e colleghi, precari e no, che avevano necessità di una consulenza per districarsi in mezzo al complicato mondo della burocrazia scolastica.
L’Italia, particolarmente in questo momento storico, ha bisogno di senso di responsabilità e soprattutto di serenità, non di far crescere le sue divisioni interne solo per far campagna elettorale.
In un Paese moderno la dialettica è certamente necessaria, ma Le ricordo che va fatta sempre nel rispetto delle diverse idee e soprattutto nel rispetto dei milioni di persone, lavoratori, che liberamente e senza alcun privilegio, aderiscono ad un’associazione che li rappresenta.
Come cittadino e lavoratore, iscritto al sindacato, Le chiedo rispetto.
Sergio Catalano
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