Il primo numero del giornale, ormai quasi storico, risale al febbraio del 2002 e da allora Eureka è entrato a far parte della vita quotidiana delle generazioni di studenti che nel tempo si sono succedute al Liceo Classico e Linguistico “Gian Domenico Romagnosi” di Parma.
Sono molte le scuole, in Italia e nel mondo, ad avere fatto l’esperienza del giornalino d’istituto. Di certo, però, sono poche quelle in cui il progetto si è trasformato in buona pratica ultra ventennale consolidata e tratto distintivo dell’istituto.
Cosa si propone di realizzare un giornale d’istituto, quali sono le sue finalità?
Come scrivono i giovani giornalisti del liceo Romagnosi sulla pagina del sito della scuola dedicata al giornale, il suo obiettivo di fondo è creare uno spazio di dibattito e confronto in cui tutti gli studenti possano davvero riconoscersi e che non rimanga circoscritto alla nostra scuola, ma si apra alla cittadinanza.
La scommessa è stata vinta e gli studenti, coordinati dal professore Andrea Bersellini – docente di Italiano e Latino e animatore digitale del liceo – lavorano con passione e professionalità.
Professore, quanti numeri riuscite a realizzare in un anno? Come vengono distribuite le copie? Ma soprattutto, nell’era del digitale, riuscite sempre a stampare copie in cartaceo?
Negli ultimi anni siamo tornati a produrre con regolarità numeri “cartacei”, che però si affiancano sempre alla pubblicazione on-line. Ogni anno vengono realizzati circa tre numeri con una tiratura di 300 copie ciascuno circa: in genere si tratta di un numero “pre-natalizio”, un numero ad inizio primavera e un numero di chiusura dell’anno scolastico. Solitamente la distribuzione è tutta interna: le copie vengono vendute nei corridoi e il ricavato serve a coprire le spese delle stampe successive o, come è accaduto in diverse occasioni, donato in beneficenza ad iniziative scelte dalla redazione. E’ accaduto però che alcuni numeri cartacei “a tema” venissero distribuiti anche in altre scuole e stiamo cercando a tale fine di intrecciare contatti con altri giornali scolastici. Certamente, il modo più facile per uscire dalle mura scolastiche rimangono internet e i social, che costituiscono un importante canale di comunicazione con l’esterno.
Tutti possono esprimere un’opinione attraverso un articolo? Dirigente, docenti, personale?
Certamente c’è questa possibilità per tutti. Eureka tuttavia è, nella tradizione della nostra scuola, un’espressione del protagonismo studentesco: i docenti che ne coordinano la redazione svolgono un lavoro di organizzazione, correzione e riflessione sui temi ma si astengono dalla pubblicazione. Gli articoli sono tutti prodotti dai ragazzi e, al massimo, docenti e personale sono oggetto di interviste dedicate. Sicuramente è sempre garantito il diritto di replica, nel caso di articoli che necessitino di correzioni o precisazioni da parte dei soggetti coinvolti. Non esiste però uno spazio dedicato a dirigente e docenti.
Quali sono i temi che più interessano gli studenti?
Gli studenti sono interessati agli argomenti più vari. Certamente, c’è molta curiosità relativa agli avvenimenti di politica internazionale, che spesso hanno bisogno di chiarimenti o di approfondimenti. Sul “fronte interno” invece, l’interesse è rivolto ad alcuni aspetti della scuola, come il benessere degli studenti o, attraverso le interviste, la conoscenza del lato privato dei loro docenti. Il giornale però rispecchia anche altri interessi dei ragazzi e spesso pubblica recensioni di libri, film, dischi o giochi, brevi racconti o riflessioni.
Novità in cantiere per i prossimi numeri?
Abbiamo appena finito il primo numero dell’anno, dedicato all’arte, finanziato da Sensability, un’associazione del territorio che promuove arte, cultura e accogliente verso ogni tipo di sensibilità e abilità. Ora penseremo ai prossimi numeri e il tema sarà scelto fra i tanti che affollano il 2025. In questo momento stiamo progettando un podcast di Eureka, la cui prima puntata uscirà probabilmente entro febbraio: stiamo cercando di digitalizzarci di più e di ampliare il nostro modo di fare giornalismo, senza però lasciare da parte il cartaceo, a cui siamo molto affezionati!