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Giornata contro il bullismo, i giovani della Cri: chi aggredisce resterà solo

In occasione della ‘Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo’ del 7 febbraio, i giovani della Croce Rossa, attraverso Matteo Camporeale, Vicepresidente e Rappresentante Giovani della Croce Rossa Italiana, lanciano un appello non solo alle vittime di bullismo, a cui arriva la loro solidarietà e il supporto, ma anche a chi attua l’aggressione.

E in modo particolare, fanno sapere i giovani della Cri,  in un momento in cui “Il Covid-19 ha stravolto le nostre vite, la nostra quotidianità”, vogliono indurre questa ‘gioventù negata’ a riflettere  sul fatto che, “privata anche a causa della pandemia della normale socialità, si ritrova a vivere un grande senso di abbandono e solitudine. Per questo cerca di farsi ‘ascoltare’, come la cronaca recente ci insegna”.

E aggiungono: “Intimorire un compagno o una compagna è un modo per cercare attenzione che ha come risultato quello di isolarsi. Così facendo, chi fa violenza si bullizza da solo. Qualsiasi sia l’azione del bullo, il risultato è rimanere da soli. Se una persona mette in atto un comportamento lesivo e autolesionista è perché non ha una piena consapevolezza degli effetti delle proprie azioni”.

“Come Giovani della Croce Rossa -continua il comunicato dei giovani della Cri- ci preoccupiamo delle fragilità, delle necessità, dei bisogni e delle problematiche di generazioni iperconnesse ma sempre più sole. Lo facciamo puntando sulla vicinanza generazionale, crescendo assieme. In un contesto in cui il fenomeno è in continua espansione, insieme a SAP Italia, azienda che si occupa di software per il business e che già da tempo collabora con noi per sostenere le iniziative di prevenzione e contrasto alle forme di bullismo e di cyberbullismo, avvieremo quest’anno nuovi progetti per costruire mattone su mattone la consapevolezza e migliorare la comprensione della natura degli atti di prevaricazione e violenza. Le attività previste ci permetteranno di lavorare sulle cause del fenomeno per provare ad eliminarle e non esclusivamente sulle conseguenze. Ci concentreremo sul creare una forte consapevolezza per bloccare i comportamenti scorretti prima che insorgano e spingere l’aggressore a riflettere”.

Pasquale Almirante

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