In occasione del 25 novembre, data in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sollecita tutti gli Stati a organizzare attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne, il Ministero dell’Istruzione, con una circolare, ha chiesto alle scuole di prevedere momenti di approfondimento sui temi connessi alla ricorrenza, ponendo particolare attenzione al tema del rispetto, anche con riferimento all’articolo 3 della Costituzione.
Studentesse e studenti sono invitati a celebrare attivamente la Giornata, insieme ai loro docenti, esprimendo le proprie riflessioni attraverso opere grafiche, video, foto, flash-mob, dibattiti.
Alcuni studenti del biennio dell’Istituto Professionale Statale G. Rossini, accompagnati dai loro insegnanti hanno colto il messaggio del Ministro dell’Istruzione Bianchi e presso il museo della città delle Scienze di Napoli hanno incontrato le ricercatrici del Coordinamento Napoletano “Donne nella Scienza”: Rossana Valenti, Marina Melone e le dottoresse della facoltà di agraria della Federico II di Napoli, Stefania De Pascale e Chiara Cirillo.
Durante l’incontro è stata analizzata l’etimologia della parola ‘cura’. Una parola antica, piena di significati attuali: cura come terapia medica, cura come preoccupazione, attenzione. Cura che ci rassicura, ci rende sicuri, cura che è sottesa alla nostra curiosità.
Quindi le ricercatrici hanno mostrato agli studenti quanta poca considerazione si è data nel corso tempo e sino ad oggi al ruolo della donna nella scienza e nella medicina.
Fuori il noto ospedale Spallanzani di Roma, ad esempio, vi è in bella mostra un disegno che rappresenta 80 anni di storia della medicina, una “hall of fame” della scienza tutta la maschile.
Eppure…. Gertrude Belle Elion, farmacologa e biochimica statunitense, ha innovato la ricerca farmacologica e grazie ai suoi studi è stato prodotto il primo farmaco contro l’AIDS; Francoise Barré-Sinoussi, immunologa francese, premio Nobel della medicina nel 2008; Dorothy Crowfoot Hodgkin, biochimica inglese pioniera nella tecnica della cristallografia a raggi XT, determina la struttura del colesterolo.
O ancora Emmanuelle Marie Charpentier, biochimica, genetista e microbiologa francese, membro dell’Accademia delle scienze e dell’Accademia delle tecnologie, nel 2020 ha ricevuto il Premio Nobel per la chimica “per lo sviluppo di un metodo per l’editing del genoma”; e Jennifer Doudna, chimica e accademica statunitense, professoressa di Chimica Molecolare presso il Dipartimento di Chimica e Ingegneria Chimica dell’Università della California a Berkeley, nota per la sua scoperta, con la microbiologa francese Emmanuelle Charpentier, di un sistema di difesa dei batteri conosciuto come CRISPR-Cas9, per il quale, anche lei nel 2020, ha ricevuto il Premio Nobel per la chimica “per lo sviluppo di un metodo per l’editing del genoma”.
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