Per la prima volta il ministro dell’Istruzione prende posizione, con una circolare scritta, sulle polemiche alla vigilia della Giornata contro l’omofobia. Perché? A rispondere, Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, sulla rivista La Ragione.
Una circolare – spiega Alessandro Giuliani – che ha chiesto semplicemente alle scuole di attivarsi per dare seguito a un dibattito formativo sul tema della discriminazione. “La scuola non aveva mai pubblicato e inviato alle istituzioni scolastiche, in questi termini e con questa chiarezza, un documento simile, ma anche nell’anno passato il ministro aveva chiesto alle scuole, seppure verbalmente, di attivarsi e procedere con attività di vario genere sul tema del rispetto dell’altro e della diversità,” chiarisce.
“Su questo si è innescata una polemica politica – continua il direttore – la Lega e FdI si sono scagliati contro il ministero chiedendo il ritiro della circolare”.
Il M5S e il Pd hanno invece accolto favorevolmente la circolare – spiega – e cita la posizione della ex presidente della Camera Laura Boldrini: “Scandalosa è la discriminazione, non la sensibilizzazione dei giovani volta a combatterla”.
Il direttore Giuliani ricorda quindi la nascita della giornata contro l’omofobia, quando il 17 maggio 2004 “l’Oms cancellò l’accostamento dell’omosessualità alla malattia mentale: da allora abbiamo dato il via al riconoscimento di molti diritti, portati avanti però solo sulla carta. Per fare uno scatto in più – argomenta – occorre il coinvolgimento della scuola e delle famiglie. Gli studenti vengono condizionati da atteggiamenti discriminatori che in alcune famiglie e in parte della società continuano a permanere”.
La scuola come ha reagito? C’era bisogno di una circolare scritta? “Sì – conclude il direttore – nella scuola c’è bisogno di una posizione chiara e netta che venga dall’alto. Gli insegnanti si sono attivati, soprattutto sul fronte delle discipline umanistiche, per promuovere un confronto su un tema che produce indifferenza o peggio avversità. Il dialogo, se gestito all’interno dell’aula, è la soluzione più adatta per scardinare pregiudizi e luoghi comuni su un ambito che merita di essere affrontato in un certo modo”.
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