Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre, giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 adottò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), razzismo e discriminazione contro i bambini sulla base della loro appartenenza etnica, linguistica e religiosa sono diffusi nei paesi in tutto il mondo.
Il rapporto Diritti negati: l’impatto della discriminazione sui bambini (Rights denied: The impact of discrimination on children) mostra quanto il razzismo e la discriminazione colpiscano l’istruzione, la salute, l’accesso alla registrazione alla nascita e a un sistema giudiziario giusto ed equo e sottolinea le diffuse disparità fra minoranze e gruppi etnici.
Qual è la situazione dei diritti dei bambini nelle scuole? A quanto emerge dal rapporto, in media, gli studenti di età compresa tra i 7 e i 14 anni appartenenti al gruppo più avvantaggiato hanno più del doppio delle probabilità di avere competenze di base nella lettura rispetto a quelli del gruppo meno avvantaggiato.
Negli Usa, politiche scolastiche discriminanti comportano che i bambini con carnagione più scura abbiano probabilità quasi quattro volte maggiori di ricevere sospensioni senza frequenza scolastica rispetto ai bambini di carnagione più chiara e più del doppio di subire arresti legati alla scuola, si legge sempre nel rapporto.
Un nuovo sondaggio di U-Report che ha raccolto più di 407.000 risposte, ha rilevato che quasi due terzi dei rispondenti ritiene che la discriminazione sia comune nel loro ambiente. In particolare il 63% degli intervistati afferma che la discriminazione è comune anche a scuola, come nella comunità o nel posto di lavoro.
Criticità che mostrano i loro effetti durante tutto l’arco della vita di queste persone: la discriminazione e l’esclusione infatti aggravano le privazioni e la povertà intergenerazionale e causano risultati peggiori in termini di salute, nutrizione e apprendimento per i bambini, una maggiore probabilità di incarcerazione, tassi più elevati di gravidanza tra le ragazze adolescenti e tassi di occupazione e di guadagno più bassi in età adulta.
In Italia le cose non vanno meglio. Secondo la XIII edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia 2022 di Save The Children, un bambino nato al Sud ha quasi 4 anni in meno di aspettativa di vita; inoltre – si legge – per i bambini del 2021 l’aspettativa di vita in buona salute è di 67,2 anni se sono nati nella provincia di Bolzano, ma di solo di 54,4 anni se sono nati in Calabria, con una differenza di più di 12 anni. Un dato su cui riflettere anche alla luce delle spinte autonomistiche da parte della Lega in questi giorni.
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