Ernesto Caffo, presidente Telefono Azzurro, neuropsichiatra e docente all’Università di Modena e Reggio Emilia, interviene sul Sole 24 Ore su un tema che riguarda la società nel suo insieme ma anche e soprattutto la scuola che è il primo approdo di ogni cittadino nel contatto con lo Stato.
In occasione della Giornata Mondiale sulla Convenzione dei Diritti dell’infanzia del 20 novembre, bisogna “riflettere in maniera compiuta – ed estremamente concreta – sul rapido e prepotente cambiamento in atto nel mondo dell’infanzia. Quello dell’ascolto è da trent’anni l’approccio che muove Telefono Azzurro, 24 ore su 24, in ogni progetto o attività.
L’elemento nuovo e importante su cui siamo chiamati a riflettere guardando ai bambini e agli adolescenti di oggi è la loro precocità. Per la prima volta nella storia, siamo di fronte a una generazione di bambini e adolescenti che ha maturato in maniera precoce conoscenze e competenze.
Che vive e cresce in un contesto estremamente competitivo.
Il nuovo ecosistema della Rete, all’interno del quale i nativi digitali hanno competenze e abilità infinitamente superiori rispetto alla stragrande maggioranza dei loro genitori o insegnanti, ha stravolto le dinamiche del confronto generazionale.
Per questo, vanno rifondate le regole del patto tra generazioni, e non è una cosa da poco.
Per questo è fondamentale che come sistema-Paese, si ritorni a considerare l’attenzione e la tutela nei confronti dei bambini e degli adolescenti non come un costo, come un punto da mettere ai margini dell’agenda, o peggio considerare l’infanzia come un «target commerciale», una fonte privilegiata di dati – bene sempre più prezioso – ma come un investimento sul futuro.
La scuola
Contribuire, ciascuno per i propri ruoli e competenze, nell’accompagnare lungo la crescita ragazzi che siano capaci, consapevoli, solidi al contrario significa porre le basi per una società più solida, per un’economia più matura nel medio e lungo termine.
Per dare un futuro al Paese bisogna tornare a mettersi al servizio dell’infanzia in maniera il più possibile collaborativa e ampia – famiglie, scuola, istituzioni, imprese, non profit –, ascoltando i loro disagi e valorizzando i loro sogni. È un compito complesso, che deve essere fatto proprio da ogni adulto, e non può essere delegato ad altri. Far crescere oggi in maniera aperta e sicura le donne e gli uomini di domani è il compito primo e più importante di ogni nucleo sociale. Dobbiamo impegnarci, tutti, nel dare la possibilità ai ragazzi di costruirsi da protagonisti il proprio futuro”.