La Gilda degli Insegnanti insiste sulla valorizzazione della professione docente: lo ha ribadito mercoledì 23 ottobre, nel corso delle assemblee provinciali organizzate in contemporanea in diverse scuole d’Italia nella Giornata Nazionale del Docente, presentando una serie di proposte contrassegnate dallo slogan “Basta burocrazia! Ridateci il tempo per studiare e il piacere di insegnare!”.
Il sindacato autonomo si è fatto portavoce del grande disagio dei docenti italiani, sempre più vessati dalla burocrazia e da norme che bloccano il sistema anziché renderlo più fluido. In particolare, la Gilda ha ribadito l’esigenza di introdurre uno status professionale e giuridico al passo coi tempi, con un’area contrattuale separata, un consiglio superiore della docenza e maggiori garanzie disciplinari. Durante le assemblee è stato riproposto il preside elettivo e si è parlato delle richieste economiche e normative per il rinnovo del contratto.
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, ha partecipato all’assemblea di Roma: La Tecnica della Scuola lo ha intervistato.
Di Meglio, come è nata l’iniziativa di oggi in tutta Italia?
“Abbiamo voluto fare una riflessione sulla condizione che si vive nelle scuole: è una condizione di profondo disagio ed uno degli elementi che abbiamo rilevato è quello del tempo. Nel senso che nelle scuole c’è una grande dispersione di tempo, che viene sottratto alla didattica e anche allo studio e alla ricerca degli insegnanti. Abbiamo riflettuto sul perché di questa burocratizzazione e di come si possa reagire per liberarsene, per tornare ad una scuola che consenta ai docenti di dedicare tutte le energie alla loro professione”.
Si prevede quindi una proposta contrattuale?
“Abbiamo chiesto e insistiamo per un contratto specifico degli insegnanti, ancora di più oggi che i comparti sono diventati quattro, è illogico che stiamo insieme addirittura ai tecnici e impiegati dell’Università. Si dovrebbe dividere il lavoro non per il luogo dove lavorano ma per ciò che fanno. E in questo si trova la ragione della nostra richiesta di un contratto specifico. Abbiamo chiesto anche garanzie per la libertà di insegnamento: chiediamo che si istituisca il Consiglio superiore della docenza, con garanzie anche sul piano disciplinare, perché la disciplina non venga utilizzata come un’arma per sopprimere la libertà d’insegnamento. Abbiamo chiesto che ci si concentri sul fatto che la scuola deve dare le conoscenze, perché concentrarsi solo sulle competenze diventa un’interferenza sulla libertà d’insegnamento. E pone a rischio la formazione culturale. I politici, che fanno entrambe le cose, dovrebbero riflettere su questo: una scuola deve trasmettere conoscenze e anche competenze, ma se facciamo il contrario rischiamo di degradarla”.
Oggi si è parlato anche di dirigente scolastico scelto direttamente dal Collegio dei docenti…
“La scelta del dirigente scolastico da parte del Collegio dei docenti “è un cavallo di battaglia della Gilda, tanto più valido oggi che le scuole sono diventate molto più grandi. Con il dirigente scolastico raramente riesce ad occuparsi di didattica. Per questo noi chiediamo una separazione tra funzione amministrativa e quella del coordinamento dei docenti”: quest’ultima “è la funzione del preside elettivo: dovrebbe essere eletto dai sui pari, con un incarico a tempo e svolgere la funzione di coordinare la didattica della sua scuola, mentre altri si dovrebbero preoccupare dell’amministrazione”.
Quante possibilità ci sono che le proposte vengano approvate?
“Parte delle proposte le porteremo all’apertura del prossimo contratto, se ci sarà dato modo stavolta di discutere la parte normativa, poiché nell’ultimo non si è neanche discussa; altre, invece, sono affidate alla sensibilità della politica, perché richiedono interventi legislativi”.
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