L’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, oggi dirigente scolastica a Biella, dopo un periodo di servizio in una scuola di Siracusa, ha scritto un post su X in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna in cui ha riflettuto anche sulla cultura patriarcale e sull’educazione.
Ecco le sue parole: “Non so se oggi si possa parlare di ‘festa della donna’. Il cammino che deve fare il nostro paese, in termini di parità di genere, è sicuramente molto lungo. Elencare tutti gli anni ciò che ancora manca, rischia di essere ripetitivo e diventare un esercizio retorico. Da parte mia posso solo dire che ritengo necessario parlare agli uomini”, ha esordito.
“Tutto passa dall’educazione che diamo ai nostri bambini. Loro saranno gli uomini di domani. Questa educazione va fatta soprattutto in famiglia e a scuola. Al mio amore, mio figlio Leonardo, insegno e insegnerò sempre il rispetto, l’amore, la libertà. Le donne non sono oggetti di nessuno, le battutine sciocche non sono tollerate, tantomeno il ‘così fan tutti’. Noi, mamme di figli maschi, abbiamo una grande responsabilità e altrettanto i papà che, con il solo esempio in casa e fuori casa, possono e devono insegnare tanto ai loro bambini”, ha concluso, parlando della sua esperienza da neomamma.
Azzolina, durante il suo mandato a Viale Trastevere, ma anche dopo, è stata più volte bersaglio di odio e di violenza verbale proprio per il suo essere donna, per il suo modo di vestirsi e truccarsi. La ministra, dopo vari insulti, è stata addirittura messa sotto scorta a maggio del 2020.
“Non pensavamo potesse accadere, ma sulla scuola si è creato un clima intollerabile e davvero gravissimo. Dopo i ripetuti attacchi che certa politica ha in maniera pretestuosa riservato a Lucia Azzolina, alcuni facinorosi di sono spinti a insultare la ministra, con offese sessiste e messaggi di odio davvero sconcertanti. Ma come sempre odio chiama odio, e si è giunti addirittura alle vere e proprie minacce, tanto che è stato deciso di assegnarle la scorta. Tutto questo è inaccettabile. A Lucia Azzolina va la nostra piena e incondizionata solidarietà. Andiamo avanti insieme a testa alta nel percorso di cambiamento e di sostegno alla scuola pubblica italiana ed alle sue forze migliori. Non saranno queste vili minacce a intimidirci né tantomeno a fermarci”. Così in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato all’epoca.
“Dopo gli insulti, gli attacchi e le minacce, alla ministra Azzolina è stata assegnata la scorta. Inconcepibile che si sia arrivati a questo punto: gli sfoghi ingiustificabili di odio negli ultimi giorni hanno creato un’ombra sul mondo della scuola e ferito la persona che ad oggi la rappresenta con grande competenza a livello istituzionale. Ma lasciarsi intimorire o scoraggiare è controproducente, e alla ministra non mancano coraggio e determinazione. Noi le siamo vicini, continuando a lavorare per una scuola sempre più di qualità”. Così le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.
Oggi, 8 marzo, giorno in cui si celebra la Giornata Internazionale della Donna, è in corso uno sciopero proclamato da Flc-Cgil, come avevamo scritto
“Quest’anno è necessario dare un segnale molto forte, ancora più forte”, queste le parole della segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, quando le si chiede del perché la categoria della conoscenza (scuola, università, ricerca, formazione professionale, accademie e conservatori) ha proclamato una giornata di sciopero in occasione della Giornata internazionale della donna.
“C’è bisogno di una forte discontinuità su questioni molto serie che si stanno aggravando e che riguardano anche l’occupazione, la questione salariale, la partecipazione democratica. Mancano serie politiche che siano efficaci nel contrastarle. D’altra parte i settori della conoscenza sono fondamentali per costruire un modello culturale diverso. Penso al ruolo della scuola e dell’università, da cui peraltro sono arrivate le denunce di tante studentesse e lavoratrici che mettono in evidenza le logiche gerarchiche, sessiste e baronali diffuse nel mondo accademico. E penso anche alla ricerca dove ancora, nonostante la forte presenza femminile, le donne continuano a subire forti discriminazioni. Ribadisco: i nostri settori sono importanti per contrastare un modello culturale diverso nelle relazioni di lavoro e non solo.
“Sulle donne continua a pesare il lavoro di cura, non solo dei figli ma anche spesso degli anziani. Poi c’è la questione dell’iperprecarizzazione del lavoro che fa sì che ancora oggi le donne stiano nelle fasce più basse delle retribuzioni. Tra i nodi critici citerei infine il tema dell’accesso alle infrastrutture fondamentali della società: sanità, istruzione, sistemi socio-educativi. Faccio un esempio: il governo nel rimodulare gli obiettivi del Pnrr ha ridotto da 264 a 150 mila i posti negli asili nido”, ha aggiunto.
Ed ecco un passaggio sull’autonomia differenziata: “Avrà un impatto notevole sulle donne, perché è quello che succede sempre quando le diseguaglianze e le marginalità aumentano. Non solo: siamo in presenza di una generale riduzione degli spazi di democrazia – basti pensare ai manganelli di Pisa, che però è solo l’ultimo episodio in ordine cronologico di una lunga sequenza – o comunque dell’idea che essa sia esigibile solo nelle elezioni, mentre vengono attaccati i modelli partecipativi diffusi che fanno la ricchezza democratica di un Paese. Qualunque contesto fortemente autarchico che cancella la democrazia diffusa penalizza la partecipazione femminile. Una conferma la hai se osservi il fatto che alle ultime elezioni politiche le donne hanno votato il 5% in meno degli uomini e questo dato è aumentato nel corso degli anni.
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