Si sente sempre più parlare di disagio psicologico e salute mentale dei giovanissimi. Spesso questo malessere nasce proprio tra i banchi di scuola, dovuto a pressioni e aspettative di docenti e genitori, dalla smania di dover performare e competere con i compagni di classe, dall’ansia derivante dai voti.
Sei persone su dieci, in Italia, convivono con un disagio psicologico. A soffrirne di più sono le donne, il 65%, e il 75% dei giovani della generazione Z, percentuale che può arrivare anche all’81% nel caso delle ragazze. È quanto emerge dalla ricerca “L’era del disagio” realizzata da Inc Non Profit Lab, in collaborazione con AstraRicerche, con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità – Esg.
In Italia, specifica lo studio, il 10,8% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni “assume psicofarmaci senza prescrizione medica”. Lo farebbero per diverse motivazioni: “per dormire, per dimagrire, per essere più performanti negli studi”. Ed è proprio tra gli studenti che la percentuale di chi usa psicofarmaci sale al 18%. “La scuola sta diventando una sfida per i giovani e non un luogo dove confrontarsi e crescere insieme con gli altri”, sottolinea il vicepresidente di Inc, Paolo Mattei.
Il disturbo del sonno è il problema più ricorrente tra gli italiani, per il 32%. Seguono altri cinque come varie forme d’ansia, per 31,9%, stati di apatia, per il 15%, attacchi di panico, per il 12,3%, depressione, per l’11,5%, e i disturbi dell’alimentazione, per l’8,2%. A preoccupare, secondo quanto riporta la ricerca, è la cura “fai da te”. La maggior parte delle persone, il 29,4%, “ha cercato le risorse per farcela dentro sé stesso”. Non manca chi ha assunto prodotti e farmaci senza prescrizione, il 27,6%. A essersi rivolto “al medico generico” è il 22,9% degli italiani. Il 22,1% ha ricevuto l’aiuto di uno specialista”. La ricerca pone, poi, un focus particolare sulla generazione Z.
In generale, a “minacciare” maggiormente il benessere psicologico sarebbe “il forte stress da lavoro o da disoccupazione”. A seguire: “il bullismo e la violenza fisica e verbale”. Un altro dato, poi, è quello che arriva dalle 40 Organizzazioni Non Profit coinvolte nella ricerca: per il 79% di loro il disagio psicologico degli italiani è aumentato negli ultimi anni. Ma, sottolineano, “soltanto il 43% degli enti” ha avuto fondi pubblici e “appena il 3% li ha ritenuti adeguati alle proprie esigenze”. Servirebbero, per le associazioni, “politiche adeguate di supporto sociale” e “maggiore attenzione istituzionale” oltre all’aiuto dei media. “Questa è l’era della consapevolezza in termini di salute mentale e di benessere psicologico”, ha spiegato la viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. Non sarebbe questo infatti il tempo in cui “compaiono il disagio psicologico e i disturbi mentali” perché “ci sono sempre stati”.
“La differenza – sottolinea – è che oggi si è più consapevoli”. “Dal nostro rapporto emerge anche che c’è bisogno di una comunicazione più all’altezza della rilevanza e complessità del tema e della dimensione che questo sta assumendo – evidenzia il presidente di Inc, Pasquale De Palma – A volte il modo in cui viene comunicato il disagio non aiuta”. Ed è in dirittura d’arrivo il Contratto di Servizio che assegna alla Rai diversi compiti e che pone l’attenzione sui giovani, come spiega il direttore di Rai Per la Sostenibilità – Esg, Roberto Natale. Si vuole infatti “attrarre il pubblico giovane, in particolare con l’online e i social; ampliare l’offerta informativa sui disturbi alimentari, contrastare bullismo e cyberbullismo”.
Nelle occupazioni scolastiche della scorsa primavera gli studenti si sono battuti, più di ogni altra cosa, per il riconoscimento della fragilità degli alunni, così come scritto dai rappresentanti degli studenti del liceo Berchet di Milano in una lettera.
Al liceo linguistico Manzoni, dopo che sono emersi i risultati di un sondaggio somministrato agli studenti secondo cui questi soffrono spesso, a causa della scuola, di crisi di pianto e crolli emotivi, è stata organizzata un’occupazione.
Secondo l’indagine del Collettivo Manzoni Antagonista sette studenti su dieci soffrono spesso di crisi di pianto o crollo emotivo dovuti alla scuola. Addirittura il 16% dei partecipanti denuncia di averli sempre. Uno studente su due, inoltre, non sente valorizzato il suo impegno da parte dei docenti e sente influenzata la propria salute mentale proprio dalla scuola.
Più della metà dice di sentirsi classificato solo in base ai voti e forzato a raggiungere l’eccellenza. “Fondare la scuola su concetti come merito e competitività, alimentando un continuo stato di pressione, trasforma lo studio da accrescimento personale a un’interminabile prestazione”, scrive il gruppo studentesco in un comunicato. L’obiettivo è che “questa nostra analisi non sia fine a se stessa, ma principio di un cambiamento”, concludono i ragazzi.
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