Il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale del Idahobit 2021 (International Day against Homophobia, Biphobia, Intersex and Transphobia), così come stabilito dal Parlamento europeo con la risoluzione del 26 aprile 2007, che ha indetto in questo giorno ogni anno la Giornata internazionale contro l’omofobia e ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basata sull’orientamento sessuale.
L’origine dell’evento è ancora più lontana, infatti, fu proprio il 17 maggio del 1990 la data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Ad ideare la giornata è stato Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, il Dizionario dell’omofobia. La ricorrenza è promossa ogni dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l’Omofobia e la Transfobia.
I principi a cui si ispira la giornata sono quelli costitutivi sia dell’Unione Europea sia della Costituzione italiana: il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione.
In una ricerca, condotta in Europa nel 2019 dalla FRA (European Union Agency for Fundamental Rights), per la stragrande maggioranza degli lgbt (Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender) italiani il governo non combatte realmente contro i pregiudizi e l’intolleranza di cui si è vittime. Solo l’8% giudica infatti favorevolmente l’azione delle autorità nazionali, rispetto ad una media europea del 33%.
Gli autori della ricerca confermano che molte persone lgbt sentono ancora di dover nascondere il proprio orientamento sessuale e identità di genere: nella UE gli lgbt che non rivelano mai la loro natura sono il 30%, in Italia il 36%. Michael O’Flaherty, direttore della FRA ha affermato che troppe persone lgbt continuano a vivere nell’ombra, il 60% delle coppie non si tiene in mano pubblicamente, ed il 43% ha subito discriminazione.
Gay Help Line, il contact center nazionale gestito dal Gay Center, fondato nel 2005, un anno fa denunciava che il dato sulle violenze e gli abusi è pari al 25% con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Il dato durante l’emergenza Covid19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti e tra loro meno di 1 su 60 pensa di denunciare.
A scuola su più di 1500 ragazzi intervistati, oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata e il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay. Il MI ha già da qualche anno istituito e ha di recente rinnovata la piattaforma www.noisiamopari.it con cui è possibile inviare e condividere le iniziative realizzate dalle varie istituzioni scolastiche che possono essere divulgate in qualità di buone pratiche.
In diverse città italiane vi saranno eventi e manifestazioni. Tra le tante citiamo quelle di Firenze, dove quartieri, associazioni, sindacati e società civile con il patrocinio di Palazzo Vecchio, lanciano un cartellone di eventi con l’obiettivo di informare, educare e contrastare ogni forma di discriminazione e violenza verso la comunità lgbtqia+.
Il programma di Diritti di essere propone nel capoluogo toscano 5 nuove panchine rainbow e oltre 26 eventi previsti in tutti i quartieri di Firenze.
Ad Aosta a Porta Praetoria di Aosta sarà illuminata con luce arcobaleno, un’occasione per promuovere iniziative di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia in tutte le sue forme.
Evento online a cura dell’Istituto Cervantes di Roma, che il 17 maggio alle 18 organizza un incontro sul tema L’uguaglianza di fronte alla legge e l’identità, un dialogo tra l’attivista spagnola Elizabeth Duval e la scrittrice siciliana Giovanna Vivinevto, su Zoom con accesso gratuito.
Contro l’omotransfobia va avanti anche al Senato, esaminando il ddl Zan. Approvato alla Camera il 4 novembre scorso, il disegno di legge si trova ora alla Commissione giustizia del Senato.
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