Oggi, 8 ottobre, si celebra la Giornata Internazionale della Dislessia, un’occasione per sensibilizzare e promuovere la consapevolezza su questo disturbo dell’apprendimento che interessa milioni di persone in tutto il mondo. La dislessia, che influisce sulla capacità di leggere, scrivere e decodificare le parole, è spesso causa di difficoltà scolastiche, ma non deve essere vista come un limite insormontabile.
Questa giornata vuole ricordare anche l’importanza di un’educazione inclusiva, di strumenti didattici adeguati e di un sostegno continuo per valorizzare le potenzialità di ogni studente dislessico.
Come riporta Il Corriere della Sera, la dislessia, insieme agli altri DSA, come disortografia, discalculia, disgrafia sono presenti in circa il 3-5% della popolazione italiana. Si tratta di una caratteristica innata che permane nel corso della vita, come l’orecchio musicale o il senso dell’orientamento.
Si parla di “disturbo” del neurosviluppo perché questa caratteristica causa solitamente difficoltà nell’apprendimento. Mentre il DSA permane, le difficoltà ad esso legate possono essere compensate, proprio come quando (l’esempio classico) le difficoltà visive vengono compensate con l’uso di occhiali.
La dislessia, in particolare, è un disturbo specifico della lettura che si caratterizza per la difficoltà nell’effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza. Tale difficoltà può avere ripercussioni
sulla comprensione del testo scritto. Non è raro che più DSA convivano nella stessa persona. Spesso la dislessia si accompagna alla disortografia.
In occasione della Giornata Mondiale, l’Istituto Serafico di Assisi – Centro di per la cura e la riabilitazione di bambini e ragazzi con disabilità grave e gravissima, da sempre in prima linea per l’aiuto di persone con DSA – ha redatto un “Quaderno DSA” gratuito pieno di consigli pratici per riconoscerne precocemente i segnali.
La dislessia, in particolare, si manifesta con una difficoltà nell’automatizzare la lettura. Caratteristiche tipiche sono:
Gli interventi per aiutare l’apprendimento in un bambino con dislessia passano dal riconoscimento del disturbo e da una diagnosi effettuata da un medico (afferente a neuropsichiatria infantile), cui solitamente si viene indirizzati dal pediatra di base (sollecitato dai genitori o dalla scuola).
La legge sui DSA è la Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico» con le Linee Guida appena riviste nel 2020.
La Legge 170 dà alla scuola il compito di individuare precocemente gli alunni e le alunne che potrebbero avere un DSA e di mettere in atto attività di potenziamento per superare le difficoltà. Un principio generale è che la competenza sui DSA deve riguardare l’intero corpo docente di ogni classe perché i docenti devono eventualmente consigliare alla famiglia di affrontare un percorso diagnostico. Oltre a comunicare il sospetto, la scuola deve esplicitare la tipologia delle difficoltà incontrate.
La diagnosi deve avvenire nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o, quando non sia possibile, da parte di “specialisti o strutture accreditate”.
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