Libri di testo? Tutti da rivedere. “La mamma è sempre quella che sa fare torte e il papa è sempre quello che torna casa con la valigia e si mette al computer. Ora, io penso che questa realtà non risponde al vero ed è sessista, perché magari la mamma oltre a fare torte ha pure fatto la giudice o la medica oppure ha fatto l’insegnante, ha fatto l’operaia, ha fatto la contadina, cioè ha fatto qualcosa di utile e importante, e questo non le viene riconosciuto rappresentandola semplicemente come quella che fa torte”. Così Laura Boldrini nell’appuntamento di Tecnica della Scuola Live.
E rilancia l’iniziativa legislativa proposta da Alessandro Fusacchia (e sostenuta, oltre che da Laura Boldrini, anche dai parlamentari Alessandra Carbonaro, Lucia Ciampi, Paolo Lattanzio, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto e Lia Quartapelle), per combattere gli stereotipi di genere e promuovere la diversità nei testi scolastici.
Un progetto che implica anche l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla diversità e l’inclusione presso il Ministero dell’Istruzione, che si sarebbe dovuto occupare di redigere le linee guida da aggiornare ogni cinque anni, di esprimere pareri sui libri di testo esaminati e di proporre un piano di formazione per editor, altri operatori e altre operatrici del settore. Un’iniziativa legislativa, tuttavia, ferma al blocco di partenza, cioè assegnata alla VII Commissione Cultura in sede Referente il 28 settembre 2020, ma senza avere prodotto altri sviluppi.
“La proposta di legge di Fusacchia io l’ho firmata con convinzione – dichiara la deputata Boldrini – perché nei libri di testo ancora oggi si leggono delle cose inaudite, c’è un modello sociale che non risponde più alla realtà”.
“Nei libri di scuola, quando si parla di uomini si usano sempre aggettivi molto molto soddisfacenti, molto altisonanti – continua l’ex presidente della Camera – sono degli eroi, sono dei pittori, sono degli dei, dei vincitori, dei cavalieri; e invece quando si parla di ragazze, cambiano anche gli aggettivi. Agli uomini sono riservati aggettivi straordinari, aggettivi eccellenti e superbi; quando alle donne sono riservati aggettivi che ne riducono le qualità. Magari le donne sono gentili, sono servizievoli, sono pettegole, obbedienti. Allora se noi riserviamo questa differenza di rappresentazione tra gli uomini e le donne nei libri scolastici, gli orizzonti delle nostre figlie chiaramente si riducono”.
“Così come i giochi – argomenta -. I giochi dei maschi a oggi sono giochi che stimolano l’immaginazione: l’astronave oppure il meccanico, il piccolo chimico…; poi vai a vedere lo scaffale delle bambine e ti viene da piangere perché a tutt’oggi negli scaffali delle bambine vedi le pentoline, il ferro da stiro e i bigodini. C’è una dimensione domestica ristretta dove le bambine non hanno neanche diritto di sognare, neanche diritto di sognare – ribadisce quasi esasperata -. Allora basta, perché l’autostima si deve alimentare, non nasciamo tutti con l’autostima alta, l’autostima va alimentata con le prospettive, con le ambizioni, con gli obiettivi”.
“Se tutto quanto nella nostra società è mirato a ridurre l’autostima delle donne -conclude la presidente del Comitato dei diritti umani nel mondo alla Camera -, l’orizzonte femminile si riduce. Siamo di fronte di nuovo a una discriminazione, è un atteggiamento sessista che non può essere tollerato nel 2021, quindi io dico agli autori dei libri e anche alle autrici, agli editori e alle editrici, di essere parte del cambiamento, essere parte dello sviluppo sociale di questo Paese, non rimanere allo stereotipo degli anni ’50 o ’60, perché la società è andata oltre”.
Oggi 8 marzo, alle ore 17, in occasione della giornata internazionale della donna, nel consueto appuntamento della Tecnica della Scuola Live parliamo di parità di genere a partire dall’educazione nelle scuole. Ospiti: Cinzia Leone, senatrice del Movimento 5 Stelle e vice presidente della commissione sul femminicidio; Valentina Petri, insegnante e blogger, autrice del volume Portami il diario; Graziella Priulla, saggista e sociologa, da anni impegnata sul fronte delle questioni di genere.
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