Il Global Gender Gap Index 2021 stilato dal World economic forum vede l’Italia al 63esimo posto, dopo la Bolivia e il Perù (posti 61 e 62), e molto oltre il Rwanda (al 7° posto per ragioni legate al genocidio, in seguito al quale, la carenza di uomini ha spinto la politica a emanare una legislazione favorevole all’ingresso delle donne in tutti i settori) e il Burundi (26). Non male fanno Germania (11), Spagna (14) e Francia (16), che si posizionano meglio di USA (30), Messico e Argentina (34 e 35) o Croazia ed Estonia (45 e 46).
Le prime 5 nazioni – e queste sì, ce le aspettavamo – in ordine dal primo posto al quinto, Islanda, Finlandia, Norvegia, Nuova Zelanda e Svezia. Una top five che non stupisce, insomma.
A fare peggio dell’Italia, se questo può consolarci, Ucraina e Polonia (74 e 75), la Federazione Russa (81) e ultimi, dei 156 Paesi del mondo presi in considerazione, protagonisti di una top 5 al contrario, sono Siria, Pakistan, Iraq, Yemen e la pessima Afghanistan.
Il Global Gender Gap Index è stato introdotto per la prima volta dal World Economic Forum nel 2006 e confronta i progressi verso la parità di genere secondo quattro parametri:
Oggi 8 marzo, alle ore 17, in occasione della giornata internazionale della donna, nel consueto appuntamento della Tecnica della Scuola Live parliamo di parità di genere a partire dall’educazione nelle scuole. Ospiti: Cinzia Leone, senatrice del Movimento 5 Stelle e vice presidente della commissione sul femminicidio; Valentina Petri, insegnante e blogger, autrice del volume Portami il diario; Graziella Priulla, saggista e sociologa, da anni impegnata sul fronte delle questioni di genere.
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