In quanti Paesi del nostro pianeta esistono conflitti armati? Nel 2021 sono decine i conflitti armati che continuano a mietere vittime innocenti, a violare i diritti internazionali, determinando grave deterioramento delle infrastrutture adibite all’istruzione e alle cure sanitarie, incapaci di contenere in maniera efficace la pandemia da Covid 19.
A 76 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa una miriade di nazioni non sono riuscite ancora a riportare tranquillità nelle rispettive comunità, elevando l’asticella delle violenze, dei soprusi e del mancato rispetto dei valori della libertà.
Nei conflitti non vengono risparmiati i civili e i primi a pagare un prezzo sono spesso le donne ed bambini. Le parti in conflitto, come dimostra la cronaca di questi giorni, si prendono beffa delle “regole di guerra”: la prima di queste dovrebbe essere la protezione dei bambini e delle donne. Alla crudeltà della guerra si aggiunge un’altra crudeltà che consiste nel togliere ai bambini la possibilità di accedere ai percorsi dell’istruzione e delle conoscenze programmate.
L’istruzione e il bisogno educativo sono sotto attacco e la natura prolungata dei conflitti attuali sta influenzando il futuro delle giovani generazioni, private di istruzione e formazione.
Tutti Noi sappiamo che precludere l’accesso all’istruzione ai bambini significa togliere loro competenze e conoscenze, significa aggravare la già disperata condizione delle loro collettività e delle loro famiglie.
In questi Paesi ma non solo la scuola dovrebbe essere garantita a tutti i bambini che vanno protetti da minacce e crisi di ogni genere.
Oltre ad essere fondamentale interrompere il ciclo di crisi, ridurre la probabilità di conflitti futuri, sarà necessario che tutti si prodigassero affinché i conflitti vengano evitati, ridotti e sedati dalla ragione, violazioni dei diritti internazionali. Lo stato di guerra ha inoltre causato un grave deterioramento delle infrastrutture civili e sanitarie, queste ultime incapaci di contenere in maniera efficace la pandemia da Covid 19.
I conflitti, mettendo sotto attacco l’istruzione, distruggono il vero antidoto contro le guerre rappresentato, appunto, dalla cultura e dalle conoscenze. Le scuole, il diritto all’istruzione sono i pilastri su cui edificare la pace, la sicurezza e offrono ai bambini protezione, stabilità, e soprattutto gli strumenti per costruire un futuro migliore oltre la guerra. Nei teatri di guerra le scuole non possono e non devono essere utilizzate come infrastrutture militari. Privare i bambini dei propri plessi scolastici, delle proprie aule e dell’istruzione, sottopone i bambini stessi alla protezione offerta dalle scuole, rimanendo facili preda di violenze, abusi e reclutamento da parte dei gruppi armati.
In occasione della Giornata Internazionale per la tutela dell’istruzione dagli attacchi armati, istituita a maggio 2020 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ribadiamo con forza e determinazione che l’istruzione è un diritto fondamentale dei bambini e deve essere sempre difesa e tutelata, anche in tempo di guerra.
Francesco Garofalo