Il 4 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro il cancro, promossa dalla Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La Giornata rappresenta un importante richiamo a riflettere su cosa istituzioni e individui possono fare insieme per combattere il cancro. Al centro della campagna 2024 “Close the Care Gap” (Colmare il gap sulla cura) è il tema della campagna 2024, che vuole richiamare l’attenzione sull’importanza della comprensione e del riconoscimento delle disuguaglianze nella cura del cancro in tutto il mondo.
Il cancro è una patologia in costante crescita in tutto il mondo: l’OMS conferma che il cancro è la seconda causa di morte nel mondo. In Italia si stima che nel 2023 sono stati circa 395.000 i nuovi casi, con un incremento di oltre 18mila casi in 3 anni.
Il contrasto alle patologie neoplastiche necessita secondo gli esperti di un approccio multi-disciplinare e richiede interventi coordinati e sinergici a più livelli, dalla prevenzione al miglioramento del percorso complessivo della presa in carico del paziente oncologico.
I principali fattori di rischio modificabili sono il tabagismo, la scorretta alimentazione, il consumo rischioso e dannoso di alcol, la scarsa attività fisica e la sedentarietà.
Uno studio recente pubblicato sul “Journal of Public Health” mette in luce come in Italia circa un quarto delle morti per cancro è riconducibile a bassi livelli di istruzione: dei quasi 30mila (29.727) decessi oncologici nel 2019 nel nostro Paese, nella popolazione fra 30 e 84 anni, sono infatti correlabili alla scarsa scolarità (22.271 morti negli uomini e 7456 nelle donne).
Emerge, dati alla mano, che tra i determinanti socioeconomici in grado di influire sulla mortalità da cancro rientra il livello del ciclo di studi, che spesso condiziona anche la successiva capacità di reddito. Una diagnosi di cancro può causare ulteriori difficoltà economiche nei pazienti, quella che si chiama “tossicità finanziaria”, che colpisce il 26% delle persone con neoplasia ed è legata a diversi fattori, tra cui i costi che i malati devono sostenere per recarsi nei luoghi di cura.
Le persone con un alto livello di istruzione – ha spiegato Saverio Cinieri, Presidente Fondazione AIOM, durante il convegno nazionale “Close the Care Gap”, promosso dall’Istituto superiore di Sanità, Aiom (Associazione italiana di Oncologia medica) – dispongono di più strumenti per comprendere l’importanza della prevenzione, per interpretare le informazioni utili sui sintomi della malattia e per adottare comportamenti che possono influire sull’efficacia delle terapie. Da qui il tasso di mortalità per cancro più elevato nei cittadini meno istruiti. Per esempio, nel 2022, la prevalenza del fumo fra le persone con molte difficoltà economiche era pari al 37% ed analoga a quanto si osservava nel 2008, mentre fra chi non ha problemi finanziari la quota di fumatori è scesa dal 27% al 22% fra il 2008 e il 2022; l’obesità è pari al 17% fra gli individui con svantaggio sociale rispetto al 9% di chi non ne riferisce.
Il recente studio (vedi https://www.tecnicadellascuola.it/studiare-aumenta-laspettativa-di-vita-chi-lascia-gli-studi-per-lavorare-invecchia-prima-i-dati-di-una-ricerca-inglese )apparso sulla rivista The Lancet conferma che completare l’istruzione primaria, secondaria e terziaria equivale a seguire una dieta sana per tutta la vita, riducendo il rischio di morte del 34% rispetto a chi non ha un’istruzione formale. All’estremo opposto, non frequentare la scuola in nessun momento era altrettanto dannoso per la salute degli adulti quanto consumare cinque o più bevande alcoliche ogni giorno o fumare 10 sigarette ogni giorno per un decennio.
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