Oggi si celebra la giornata mondiale contro l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti e per l’occasione è stato presentata la tredicesima edizione del Libro Bianco sulle droghe: “La traversata del deserto”,nel quale si dice subito che, dopo 32 anni della legge Jervolino-Vassalli, essa continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri”. Secondo i dati riportati, “sui 56.196 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2022 ben 12.147 lo erano a causa del solo art. 73 del Testo unico. Altri 6.126 in associazione con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), solo 1.010 esclusivamente per l’art. 74. Si tratta del 34,3% del totale. Sostanzialmente il doppio delle media europea (18%) e molto di più di quella mondiale (22%)”.
Vengono definiti invece “catastrofici” i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”. “Lo sono il 40,7% di coloro che entrano in carcere – spiega il rapporto -, mentre al 31/12/2022 erano presenti nelle carceri italiane 16.845 detenuti certificati, il 30% del totale (+10% sul 2021). Questa presenza record (dal 2006 ad oggi) è alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone”.
Secondo le organizzazioni promotrici del libro bianco, infatti, “senza detenuti per art. 73 o tossicodipendenti non si avrebbe sovraffollamento nelle carceri”.
Dunque “non avremmo bisogno di nuove carceri e di padiglioni che tolgono spazi vitali, si abbatterebbe il sovraffollamento e il carcere si potrebbe limitare ai casi di gravi reati contro la persona, l’ambiente e l’economia”.
Ma è stata anche l’occasione per l’Onu, celebrando la Giornata Internazionale della lotta alla droga, di diffondere lo slogan #People First, le persone al primo posto.
Infatti, secondo gli organizzatori dell’evento il fenomeno delle dipendenze, sia da sostanza che comportamentali (internet, azzardo e affettive) è molto complesso ed investe tanti settori, quali quello sociale, educativo, sanitario, giuridico e lavorativo, “pertanto va affrontato in modo multidisciplinare e integrato partendo dal cuore della questione, ovvero dalla persona e dalle relazioni che la qualificano e la completano”.
Da qui l’altro slogan “#EduCare alle relazioni”, “per riflettere sull’importanza dell’ascolto dei giovani ma anche degli adulti, per prendersi cura e ripartire da un rinnovato patto educativo basato sui valori e ricerca di senso. Quella decisiva è la sfida educativa, che si colloca in un contesto che non può prescindere dalla concreta ed effettiva centralità della persona”.
“In Italia stiamo assistendo al preoccupante aumento del crack molto diffuso su tutto il territorio nazionale”.
“Nell’ultimo anno la prima sostanza di abuso per cui si richiede il trattamento è proprio la cocaina, seguita dall’eroina e alcol”.
Droga, alcol, azzardopatia, le nuove droghe, il cyber bullismo e le nuove solitudini virtuali sono al centro del nostro agire educativo, con l’enorme complessità multifattoriale che si portano dietro.
Una complessità che va affrontata nel quotidiano
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