Lo scrittore e docente Alessandro D’Avenia ha discusso, in un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera, in merito ai problemi della scuola, con riferimento alle ultime novità portate dal DPCM 60 Cfu pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 25 settembre.
Ecco le parole molto critiche dello scrittore sulla formazione iniziale dei docenti: “Un sistema, che mette in cattedra persone inadatte ma che diventano intoccabili, e lo impedisce a chi se lo meriterebbe, non funziona. Fino a che questo Paese non avrà veramente a cuore gli 8 milioni di ragazzi che sono a scuola, scegliendo e trattando come si deve il quasi milione di persone che hanno il compito di guidarli, noi saremo un Paese che farebbe meglio a sostituire la Giornata Mondiale con quella Mortale dell’Insegnante… e quindi della Scuola”, ha detto.
“Ragazzi poco coinvolti nel processo educativo e didattico”
Secondo D’Avenia la scuola dovrebbe avere più a cuore gli alunni: “All’ultimo anno, o in situazioni particolari, chiedo ai miei studenti di essere presenti ai colloqui con i genitori, per poter parlare con franchezza di ciò che serve in vista dell’uscita da un percorso scolastico durato 13 anni: al di là dell’esame di Maturità, che cosa serve alla tua maturazione e vocazione? Mi stupisce quanto poco i ragazzi siano coinvolti nel processo educativo e didattico da insegnanti e genitori”, ha concluso.