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Giornata mondiale dell’insegnante

Dal 1994, il 5 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’insegnante. Già dal 1966, in effetti, l’Unesco riconobbe ufficialmente l’importanza strategica della professione docente, fornendo orientamenti per un insieme di politiche, di diritti e di responsabilità.
Un’iniziativa, quella della Giornata, che vuole mettere in rilievo l’importanza dell’insegnante nel percorso di formazione, educazione e guida delle nuove generazioni. Un’alta considerazione, quindi, del ruolo degli insegnanti: una bella gratificazione anche per quei docenti italiani che spesso, attraverso i mass media, vengono ingiustamente additati come inadeguati o addirittura fannulloni!
Ormai, sono oltre cento i Paesi in cui si celebra la Giornata istituita dall’Unesco, ma molti di essi hanno un numero insufficiente di insegnanti. E se si vuole realizzare, come annunciato, l’insegnamento elementare universale entro il 2015 – uno degli obiettivi dell’istruzione per tutti (Ept) – è necessario incrementare di diversi milioni il numero di maestri nel mondo.
Ed ancora più docenti, ovviamente, saranno necessari per garantire l’insegnamento secondario superiore, liceale, tecnico, professionale. Peraltro, anche in alcune Nazioni dove il numero complessivo dei docenti risulta sufficiente, alcune zone isolate e svantaggiate presentano rilevanti problemi per l’assunzione e il mantenimento degli insegnanti.
In Italia, la Gilda degli Insegnanti, che negli anni passati molto si è impegnata affinché la Giornata assumesse un grande rilievo anche nel nostro Paese, organizza (come già segnalato nei giorni scorsi attraverso una notizia pubblicata su questo sito) un convegno nazionale con l’obiettivo prioritario di “definire, attraverso l’analisi critica e il dibattito, la fisionomia istituzionale della scuola e la funzione che ad essa e agli insegnanti assegna la Costituzione”.
La scuola è il luogo in cui far conoscere la Costituzione, non solo come materia da insegnare e da studiare (attraverso la nuova disciplina “Cittadinanza e Costituzione”), “ma soprattutto come occasione per acquisire quei principi di legalità che, uniti ai concetti di libertà e cittadinanza, formano la base del vivere civile in ogni suo aspetto”.
L’incontro, dal titolo “Insegnanti, Costituzione, Scuola”, in programma il 5 ottobre (a partire dalle ore 10.00) a Roma, presso l’Hotel Massimo D’Azeglio (in Via Cavour 18), invita, partendo dalle parole di un discorso rivolto ai giovani dal giurista Piero Calamandrei, a riflettere sull’attualità dei valori costituzionali, in modo particolare di quelli che si riferiscono alla scuola. E la Gilda, presentando il convegno, sottolinea che “la scuola pubblica è il luogo che garantisce la piena formazione critica delle nuove generazioni”.
Una riflessione “ancora più attuale di fronte a spinte che vorrebbero interpretare sempre di più l’insegnamento come elemento puramente tecnico-esecutivo di decisioni e scelte gestite dalle esigenze delle famiglie, del mercato e del territorio”.

I temi trattati nel convegno saranno introdotti da un intervento di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, su “Costituzione alla mano: i principi costituzionali sulla scuola disattesi dalla politica”.

Andrea Toscano

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