Il segretario generale della Gilda, Rino Di Meglio, in occasione della Giornata mondiale degli Insegnanti, ha scritto una lettera rivolta a tutti gli insegnanti. La pubblichiamo interamente:
Care maestre e cari maestri,
care professoresse e cari professori,
oggi, come ogni 5 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale dell’Insegnante istituita dall’Unesco nel 1993 per segnalare a governi e opinione pubblica la necessità di valorizzare il ruolo dell’insegnante nel percorso di formazione, educazione e guida delle nuove generazioni.
Si tratta di una ricorrenza molto importante alla quale aderiscono oltre 100 Paesi di tutto il mondo. La Gilda degli Insegnanti per prima, e per diversi anni da sola, ha promosso in Italia la Giornata Mondiale dell’Insegnante, che quest’anno si carica di un significato ancora più particolare per i docenti italiani coinvolti dalla riforma del sistema d’istruzione entrata in vigore a luglio con la legge 107/2015.
Il tema che l’Unesco ha proposto alla riflessione per il 2015,“Empowering teachers, building sustainable societies”, cioè “Un personale docente forte per costruire società sostenibili”, risulta quantomai attuale per gli insegnanti italiani alla luce dei cambiamenti introdotti dalla cosiddetta “Buona scuola” renziana. La “Buona scuola”, espressioneche la Gilda degli Insegnanti ha ritenuto sin dall’inizio piuttosto eufemistica, non rafforza il profilo professionale, e di conseguenza il ruolo dell’insegnante nella società, ma al contrario, modificando alla radice lo stato giuridico del docente, lo indebolisce e, subordinandolo al dirigente scolastico, accentua il carattere impiegazio e burocratico della professione docente erodendone il prestigio sociale.
Come suggerisce il titolo della Giornata a noi dedicata, per realizzare un modello di società migliore e garantire un futuro alle nuove generazioni, è fondamentale il contributo apportato dagli insegnanti, la cui figura deve dunque recuperare quella centralità e quella dignità professionale purtroppo offuscate da politiche miopi che hanno considerato la scuola solo come voce di spesa e non come investimento.
Il ruolo strategico svolto dai docenti è stato ribadito anche dalla “Dichiarazione di Incheon” nel corso del World Education Forum che si è tenuto nell’omonima città sud coreana nel maggio scorso. In quell’occasione, i 1600 partecipanti provenienti da 160 Paesi si sono impegnati ad “assicurare che insegnanti ed educatori siano valorizzati, adeguatamente reclutati e formati, professionalmente qualificati, motivati e sostenuti”.
Una nobile dichiarazione di intenti alla quale, però, devono seguire fatti concreti da parte della classe politica al governo, a partire da un aumento delle retribuzioni che per gli insegnanti italiani sono tra le più basse d’Europa, perchè la valorizzazione dello status dell’insegnante (“Empowering teachers“) non può prescindere dal riconoscimento economico. A dimostrare la scarsa attenzione della politica italiana nei confronti della questione docente, e quindi del futuro delle nuove generazioni, c’è anche il richiamo della Corte costituzionale contro ilblocco della contrattazione, ferma da 7 anni.
Auspichiamo che il Parlamento corregga le norme della legge 107/2015 che collidono con le raccomandazioni internazionali per la valorizzazione della professione docente e recepisca la proposta, da sempre cavallo di battaglia della Gilda degli Insegnanti e oggetto di una nostra proposta di legge, di istituire un’Area di contrattazione separata per i docenti. Al Governo, intanto, chiediamo che reperisca subito le risorse necessarie per riaprire il tavolo negoziale e rinnovare il contratto nazionale.
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