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Giornata Mondiale della Gentilezza. Come educare i più piccoli? L’esempio di un Istituto Comprensivo del padovano

‘Invecchiando ci si rende conto che gentilezza e felicità sono sinonimi’ è una frase attribuita a Lionel Barrymore, attore teatrale e cinematografico americano che ebbe una certa celebrità nella prima metà degli anni ’50 del secolo scorso.

Oggi, 13 novembre, Giornata Mondiale della Gentilezza, ci chiediamo perché mai occorra aspettare così tanti anni prima di scoprire che essere gentili è la chiave della felicità. L’idea di dedicare una giornata alla gentilezza, che dal 2000 si celebra anche in Italia, è nata in Giappone grazie al Japan Small Kindness Movement, fondato nel 1988 a Tokyo, un Movimento che di anno in anno si è diffuso in ogni continente.

Perché, dunque, perdere tempo? E si può imparare a essere gentili? La Scuola italiana pensa di sì, non a caso in questi giorni sono tantissime le iniziative da Nord a Sud della penisola.

All’Istituto Comprensivo Statale “Ponti” di Trebaseleghe, in provincia di Padova, ad esempio, il Progetto Gentilezza è cominciato a partire da un’altra Giornata, a prima vista bizzarra, quella “dei calzini spaiati”, che ha luogo il 2 febbraio: si tratta, in realtà, di una metafora dell’amicizia, dello stare insieme e della condivisione. Siamo tutti unici e speciali e le nostre infinite combinazioni danno vita a idee sempre nuove e diverse; ci permettono di crescere e imparare, sempre nel rispetto degli altri. Può capitare che un calzino rimanga spaiato e che, tempo dopo, ritrovi il suo compagno.

I ragazzi e le ragazze dell’Istituto Comprensivo hanno poi letto brani scelti tratti da romanzi contemporanei celebri, come ‘Wonder’, da cui è stato tratto un altrettanto celebre film; hanno riflettuto tutti quanti insieme su cosa significhi essere gentile, hanno ascoltato la canzone che Mr. Rain ha cantato a Sanremo l’anno scorso sul tema dell’amicizia e della solidarietà. I docenti hanno in seguito assegnato a ciascun alunno un compagno di classe di cui prendersi cura, osservandolo e annotando le azioni positive che il compagno o la compagna hanno compiuto nell’arco di due settimane.

Alla fine, un dépliant e un power point per condividere l’esperienza fatta con tutti gli alunni dell’istituto.

Nell’ultima slide del power point, la frase conclusiva: “se anche tu vuoi diventare un ambasciatore della gentilezza non scordare di portarla sempre con te e diffonderla ovunque andrai e con tutte le persone che incontrerai”.

Questo è soltanto un esempio delle migliaia di attività svolte in questo periodo, in particolar modo oggi, dalle scuole di tutta Italia.

Educare alla gentilezza per prevenire il bullismo e ogni forma di violenza e discriminazione? Sì, assolutamente, ma bisogna cominciare presto, dalla primissima infanzia, per evitare che il valore del garbo, della cortesia e delle buone maniere si comprenda soltanto – come pensava Barrymore –  in tarda età.

Gabriele Ferrante

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