La ‘Giornata mondiale dell’ambiente’ si celebra ogni anno il 5 giugno, a partire dall’edizione del 1974, anche se l’istituzione ufficiale da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite è avvenuta 50 anni fa, nel 1972.
Emergenze come il surriscaldamento con l’aumento della temperatura globale, l’inquinamento, il rischio di estinzione per moltissime specie sono problemi che affliggono il Pianeta. Gli aspetti legati alla “questione ambientale” – quali clima, natura, inquinamento, deforestazione, ecosistemi, biodiversità, sostenibilità – rientrano nelle riflessioni e nelle proposte della Giornata mondiale dell’ambiente 2022, appuntamento promosso dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) per sensibilizzare sui temi della tutela e della salvaguardia della Terra. UNEP che in particolare nello scorso mese di aprile ha pubblicato un documento sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica degli oceani, dal titolo “In the same boat: ocean finance, inclusivity and social equity”.
#OnlyOneEarth, #SoloUnaTerra, è il tema e l’hashtag ufficiale della campagna per la Giornata mondiale di quest’anno, che invita a un’azione collettiva su scala globale per proteggere il nostro Pianeta. Lo slogan è: “Nell’universo ci sono miliardi di galassie, nella nostra galassia ci sono miliardi di pianeti, ma c’è solamente una Terra. Prendiamocene cura”.
La ‘Giornata mondiale dell’ambente’ si intreccia con l’Earth Day che si svolge il 22 aprile a livello mondiale e la speranza, come già scritto anche in occasione appunto della ‘Giornata mondiale della Terra’, è che tale appuntamento non resti una data celebrativa sul calendario, ma dia reale impulso a una svolta a tutela dell’ambiente.
Ricordiamo che nel 2016, proprio il 22 aprile, è stato firmato da 195 Stati (non tutti lo hanno poi ratificato) l’Accordo di Parigi (già precedentemente negoziato e adottato nel dicembre 2015), importante impegno contro la crisi climatica.
A chiedere il rispetto degli accordi ci saranno sicuramente altre manifestazioni, sostenute soprattutto dagli studenti, relative a Fridays for future (l’ultima in Italia è stata quella del 25 marzo scorso, che ha avuto pure risvolti contro l’uso fatto dei Pcto ed anche contro “la nuova corsa agli armamenti“).
Nel sito di Fridays for future Italia si sottolinea che alcuni obiettivi “sono decisamente insufficienti se consideriamo che, per il principio di ‘Giustizia Climatica’, l’Ue deve azzerare le emissioni entro il 2035”, ricordando che “negli Accordi di Parigi i leader mondiali si sono impegnati a mantenere l’aumento medio di temperatura globale ben al di sotto dei 2°C, puntando agli 1,5°C.”.
Peraltro, come evidenziato in passato, è indubbio che un ulteriore contributo alla crisi climatica sia stato determinato dalle dinamiche attivate e prodotte dalle ideologie e politiche neoliberiste, che hanno privilegiato gli interessi delle multinazionali (e le speculazioni finanziarie), causando nel contempo crescenti disuguaglianze (oltre alla disoccupazione e alla precarizzazione del lavoro, al ridimensionamento dello ‘Stato sociale’, a tagli sugli investimenti per la sanità pubblica e in molti casi anche per l’istruzione).
Per uscire da questa condizione critica è necessario cambiare un sistema socio-economico che ha prodotto danni ingenti (impoverendo gran parte della popolazione). Ciò potrà favorire anche una maggiore sostenibilità ambientale, sulla strada di uno sviluppo inclusivo, equo e di equilibrio negli ecosistemi.
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