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Giornata nazionale del fiocchetto lilla, tanti i progetti nelle scuole per prevenire i disturbi del comportamento alimentare

Oggi, 15 marzo, è la “Giornata nazionale del fiocchetto lilla” dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, giunta alla sua XIV edizione. Celebrata per la prima volta nel 2012, la Giornata di sensibilizzazione nasce in Liguria per volontà di Stefano Villa, fondatore e Presidente onorario dell’Associazione “Mi Nutro di Vita”. Sorta nel 2011 all’indomani della scomparsa della figlia Giulia, 17 anni, l’associazione no-profit, come si legge sul suo sito ufficiale, contribuirà alla nascita della Fondazione Fiocchetto Lilla, nella quale confluirà.

Come ci ricorda in questi giorni IlSole24Ore, i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono oggi in forte aumento, colpiscono sempre più precocemente e, specie tra i più giovani, si presentano in forme sempre più gravi. Il quotidiano riporta i dati dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, la cui Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari ha registrato un incremento del 38% nell’attività clinica: le nuove diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono aumentate del 64%, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024. E le fasce d’età più giovani – dai 9 ai 13 anni – sono le più colpite: + 50% tra il 2019 e il 2020.

Intervistata dal Sole24Ore, la responsabile dell’Unità operativa del Bambino Gesù  ha dichiarato che un recente studio condotto dalla loro equipe ha messo in luce una preoccupante evoluzione dei disturbi alimentari. Nel senso che i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi e i loro nuclei familiari risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso.

Sulle origini multifattoriali dei disturbi del comportamento alimentare,  che rientrano nel campo delle malattie psichiatriche complesse, si è detto e scritto molto: sono fattori biologici, sociali, familiari e culturali che interagiscono tra loro, legati come sono all’alterata percezione del proprio corpo da parte dell’adolescente.

La scuola entra in gioco per dare voce e strumenti a chi è in difficoltà. Informazione e prevenzione le due parole d’ordine. Ma poiché i migliori risultati si ottengono se si lavora in squadra, ecco l’interessante progetto “F.A.R.O. – Formare in tema di disturbi Alimentari e creare una Rete di Orientamento e prevenzione”, pensato – come si legge sul sito dedicato – dall’Ordine degli Psicologi del Lazio in collaborazione con la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Lazio e l’Associazione Nazionale Presidi. Il progetto, presentato a Roma alla fine dell’anno scorso, è nella sua prima fase di realizzazione. L’obiettivo è quello di sostenere insegnanti, operatori sportivi e psicologi scolastici nell’individuazione precoce e nella gestione dei disturbi del comportamento alimentare: inizialmente è stata condotta una vasta indagine nelle scuole e nelle associazioni sportive della regione per raccogliere dubbi ed esigenze di chi lavora con i ragazzi; successivamente, sulla base delle evidenze emerse, un gruppo di esperti ha realizzato una vera e propria guida per chiarire ogni dubbio e offrire una mappa dei centri regionali a cui rivolgersi per questi disturbi.

Il disturbo alimentare è per sua natura una problematica nascosta, negata, di cui si prova vergogna – ha dichiarato  uno degli specialisti redattori della guida – e per questo motivo il tempo che intercorre tra la sua insorgenza e il primo trattamento tende ad essere molto lungo. Occorre dunque accorciare il più possibile questo intervallo, mettendo in condizione insegnanti, operatori sportivi e familiari di intercettare in tempi più rapidi i segnali di un possibile disagio emotivo.

Non solo Lazio, comunque. In tutte le altre regioni italiane – dalla Sicilia alla Toscana, dalla Sardegna al Veneto – i progetti e i singoli eventi in occasione di questa Giornata di sensibilizzazione non si contano. Come a Grosseto, dove qualche giorno fa gli studenti dell’ISIS Fossombroni hanno partecipato all’iniziativa dal titolo “Social media e immagine corporea”, un tema di sicuro interesse dato che molti studi clinici hanno stabilito un forte legame tra dipendenza da social – Instagram in testa – e diminuzione della soddisfazione corporea tra gli adolescenti e i giovani adulti.

Gabriele Ferrante

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