28 i crolli e gli episodi di insicurezza che si sono verificati nelle scuole in varie zone di Italia, da settembre ad oggi. Sommando ai 61 che Cittadinanzattiva aveva già censito fra settembre 2022 e agosto 2023, arriviamo ad un totale di 89. Quattro scuole su dieci si trovano in zona a media ed elevata sismicità (rispettivamente si tratta di 14467 e 2876 edifici scolastici) ed una su 5 (ossia 8600 sul totale dei 40133) si trova in zona a rischio idrogeologico e idraulico.
A questi temi è dedicata la XXI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, promossa da Cittadinanzattiva che ha inviato a circa 16mila scuole i materiali disponibili. Si tratta nello specifico di una SmartBox (sulla sicurezza a scuola, sul rischio sismico e alluvione e sul piano comunale per la gestione delle emergenze a scuola) nonché di tre podcast dedicati ai temi del rischio sismico, dell’alluvione e del cambiamento climatico. L’evento nazionale si è tenuto ad Ostia, ieri 21 novembre, presso i licei Anco Marzio e Labriola di Ostia a cui hanno partecipato 300 studenti, i rappresentanti del Dipartimento della Protezione Civile nazionale e di Roma. Grande partecipazione da parte dei ragazzi e delle ragazze che ieri hanno anche ricordato Giulia e le vittime di femminicidio, urlando il loro grido di dolore e di protesta.
“Le nostre scuole hanno gravi problemi di manutenzione, oltre al fatto di essere ospitate in vecchi edifici spesso risalenti, a prima del 1976. Per questo è essenziale garantire indagini ed interventi tempestivi su soffitti, solai e controsoffitti oltre che una manutenzione ordinaria degli edifici. Gli interventi del PNRR sono importanti ma insufficienti. È necessario garantire una programmazione triennale degli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza. Parallelamente molto di più dovrebbe esser fatto sul fronte della cultura della prevenzione e della formazione ed informazione, della popolazione studentesca, dei docenti delle famiglie, sui rischi naturali e non del nostro territorio”, dichiara Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva. Se la gran parte delle scuole organizza le prove di emergenza legate al rischio sismico ed incendio, ben poche sono quelle che le effettuano sul rischio alluvione. Andrebbe prevista una norma ad hoc che renda obbligatoria nelle scuole le prove di emergenza legate al rischio alluvione, molto più diffuso dell’incendio. “Con amarezza constatiamo come il Ministero dell’Istruzione e del Merito abbia totalmente ignorato la Giornata della sicurezza nelle scuole – promossa per onorare le 39 vittime dell’insicurezza delle scuole e promuovere la conoscenza e l’adozione di comportamenti adeguati ai rischi – e continui a non convocare l’Osservatorio nazionale sulla edilizia scolastica che non si riunisce da due anni affinché eserciti le sue funzioni istituzionali di indirizzo e coordinamento nell’edilizia scolastica, sia in relazione ai fondi del PNRR che per la programmazione triennale ordinaria degli interventi, oltre che nella diffusione della cultura della sicurezza”.
Sono 11 le regioni che hanno Comuni in zona 1 (ad elevata sismicità) ma tutte le regioni, ad eccezione della Sardegna, hanno Comuni e scuole in zona 2. 4 milioni e 300.000 i bambini ed i ragazzi che risiedono in Comuni classificati in queste due zone. Se si confrontano tali dati con il numero di edifici scolastici migliorati o adeguati sismicamente o costruiti secondo la normativa sismica, il quadro appare estremamente preoccupante.
Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, ancora troppo sottovalutato nel nostro Paese nonostante il ripetersi di fenomeni di notevole intensità e con gravi conseguenze in termini di vite umane e di danni economici-ambientali, il dato nazionale (Elaborazione Soluxioni SRL su Open data del Ministero dell’Istruzione e del merito) attesta che il 21,4% dei 40133 edifici scolastici, ossia oltre 8.600 scuole (di cui 1944 in Emilia Romagna, 1745 in Toscana, 1163 in Lombardia, 1136 in Veneto), frequentate da circa 1.550.000 studenti, sono situate in aree a pericolosità idraulica; di questi, il 3,1% (1.420 scuole) si trova in aree a pericolosità/probabilità elevata, il 6,2% (2854) in zone a pericolosità/probabilità media e il 9,6% (4.372) in situazione di pericolosità/probabilità bassa. Dati allarmanti che devono dar luogo ad interventi mirati preventivi ad opera delle Istituzioni preposte e all’adozione di procedure e comportamenti adeguati sia nelle scuole che tra i cittadini.
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