Oggi, 18 marzo, si celebra la giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da Covid-19. Risalgono ormai a quattro anni fa, al 2020, le terribili immagini delle bare dei morti di Coronavirus che sfilavano a Bergamo. Oggi, proprio nella cittadina lombarda, ci sarà una cerimonia con il commissario europeo Paolo Gentiloni e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, come riporta IlSole24Ore.
“L’epidemia del Coronavirus ha generato una crisi che è suonata terribile esperienza delle sfide di fronte alle quali può trovarsi l’umanità e di come solo una risposta coordinata a livello globale sia stata in grado di farvi fronte, con l’accelerazione nella messa in opera delle più recenti scoperte della ricerca in cui protagonista è stata l’Unione Europea”, così oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come riporta Ansa.
“Lo sforzo sinergico e solidale delle Istituzioni ad ogni livello” ha consentito di “arginare un nemico intangibile all’insegna di una rinascita globale”, aggiunge.
“La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus richiama l’attenzione della nostra comunità sulla terribile prova affrontata in occasione della pandemia e costituisce occasione di vicinanza ai familiari dei tanti deceduti a causa della pervasiva diffusione del Covid-19”, ha detto ancora il capo dello Stato, parlando di una “pagina dolorosa della storia recente del nostro Paese e del mondo intero da cui la memoria collettiva ne sia uscita segnata”.
“In questa Giornata – ha concluso Mattarella – la Repubblica commemora le vittime dell’epidemia e rinnova sentimenti di profondo cordoglio a tutti i familiari”.
L’infettivologo Matteo Bassetti, in un post sui social riportato da La Repubblica, ricorda che le vittime del Covid sono state quasi 200mila in Italia, dal 2020 ad oggi. “Il Covid ci ha fulminati perché ci ha colpiti alle spalle. Ha fatto irruzione in un mondo dove nessuno parlava di malattie infettive. I professionisti della salute hanno compiuto qualcosa di straordinario, alzando giorno dopo giorno l’asticella dei loro limiti. Ma lo straordinario non deve diventare la regola”.
“Ciò che abbiamo vissuto 4 anni fa a causa del Covid, le vittime che non dobbiamo dimenticare, “devono essere un monito, perché le pandemie possono tornare e il sistema deve essere sempre pronto. Non si può ridurre il numero dei medici perché poi ne paghiamo, a caro prezzo, le conseguenze. Ricordiamoci che quelle vittime hanno scontato anche l’effetto di un sistema non perfettamente organizzato per affrontare l’emergenza pandemica”, così Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo).
Il Covid ha avuto grosse conseguenze nel mondo della scuola: basta pensare alla didattica a distanza, alla modifica degli esami di maturità, agli obblighi di mascherina o di vaccinazione contro il virus, al peggioramento delle condizioni psicologiche dei giovanissimi. Sono stati anni difficili, tra circolari Covid, indicazioni precise, chiusure, zone rosse.
L’ultima circolare relativa al Covid è stata pubblicata lo scorso 8 settembre dal Ministero della Salute a firma del direttore della prevenzione Francesco Vaia.
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