Bastava vedere la facce stravolte ed estenuate di docenti e studenti che uscivano da scuola intorno alle 15 o anche più tardi: la seconda prova dell’esame di maturità è stata per tutti una prova di sopravvivenza.
L’aria bollente di questa seconda giornata d’estate è in tutta Italia sui 38-39 gradi, con punte di 43. Negli ambienti scolastici dove si svolgono gli esami, di maturità e di terza media, si va oltre i 40, con picchi di umidità da malore, spesso senza tende sulle finestre per proteggere dal sole e senza ventilazione. I ventilatori sono pochi e non producono alcun sollievo. L’aria condizionata degli ambienti ministeriali è un miraggio, come un’oasi nel deserto.
Basterebbe che un ministro o un qualsiasi parlamentare passassero 5-8 ore in un ambiente scolastico, dove gli studenti trascorrono le ultime giornate di lezione e dove devono sostenere le impegnative prove di fine ciclo, con fatica crescente che si sfoga in esuberanza incontrollabile. Gli insegnanti invece mostrano un supremo stoicismo, una imperturbabile capacità di resistenza, una serena apatia maturata non tanto seguendo i precetti di Zenone di Cizio, ma frutto piuttosto di lunga e rassegnata abitudine a condizioni di lavoro che ridurrebbero ko qualunque soggetto da ufficio climatizzato.
E poi dicono di tenere le scuole aperte d’estate! Ci vuole tutto il cinismo politico di chi pontifica di “buona” scuola, parlando da un confortevole ufficio. Altra filosofia. O manca proprio il senso della scuola reale?
Comunque i docenti in questo periodo superano in resistenza psicofisica qualsiasi altro lavoratore. Altro che burnout in aumento! Prima degli esami hanno dovuto affrontare gli ultimi giorni di lezione, con studenti scatenati capaci di combinare di tutto. Poi hanno fatto training durante scrutini sfibranti e collegi sauna. Adesso sono pronti alla prova di sopravvivenza finale per guadagnarsi le meritate “vacanze”, che l’ondata crescente di populismo anti privilegi corporativi vorrebbe finalmente intaccare e ridurre.
È certo inoltre che lavoratori così resistenti devono lavorare fino a 67 anni tondi. L’età pensionabile sta per aumentare di altri 4 mesi, ma la notizia non ha provocato reazioni in un corpo docente che già adesso è il più vecchio d’Europa. Un altro segnale della stoica atarassia sviluppata negli ultimi anni, grazie agli accanimenti riformisti che al peggio non hanno mai messo fine.
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