“Il Giorno del Ricordo è un pilastro fondamentale nella memoria collettiva italiana, un momento dedicato alla riflessione e al riconoscimento delle sofferenze inflitte a migliaia di italiani e italiane, vittime delle foibe e dell’esodo istriano-giuliano-dalmata. Questo giorno non rappresenta solo un tributo alle tante vittime innocenti, ma anche un monito contro l’oblio, la negazione e la distorsione storica.
La significativa presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla cerimonia solenne al monumento della Foiba di Basovizza sancisce l’impegno dell’Italia nel voler finalmente valorizzare e riconoscere il sacrificio di coloro che hanno subito ingiustizie e violenze inaudite da parte dei partigiani comunisti slavi, nel nome della loro identità italiana. È compito di ognuno di noi passare il testimone del ricordo di questi eventi tragici alle future generazioni.
Anche la scuola deve fare la sua parte attraverso l’insegnamento di queste pagine di storia per garantire che la consapevolezza e la comprensione di quanto accaduto non vengano mai meno. Educare i giovani sull’importanza del Giorno del Ricordo significa equipaggiarli con la conoscenza necessaria per riconoscere e respingere ogni forma di odio e violenza, favorendo la costruzione di una società basata sul rispetto, la tolleranza e l’inclusione.
Voglio ringraziare per il poderoso impegno di anni e anni le Associazioni degli Esuli e d’Arma e la Lega Nazionale. Il ricordo di quelle vittime vive e vivrà sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria collettiva” questo quanto dichiara il Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, on Paola Frassinetti, partecipando oggi alla cerimonia commemorativa alla Foiba di Basovizza e all’inaugurazione del “Treno del Ricordo” a Trieste.
Ecco il testo integrale dell’intervento del ministro Valditara durante la celebrazione al Quirinale: “Oggi noi qui, e la comunità nazionale tutta, onoriamo la memoria della tragedia di migliaia di italiani perseguitati, uccisi, gettati nelle Foibe, e delle centinaia di migliaia di italiani costretti ad abbandonare le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Ricordare per radicare nel presente.
“Quel ‘mondo’ e quel ‘passato’ non sono un altrove, sono qui e ora, sono cicatrici di fronte a cui non chiudere gli occhi, sono storie senza le quali non saremmo ciò che siamo. E, finalmente, sono storia condivisa”.
“Come ha riconosciuto la Commissione storico-culturale italo-slovena, ‘l’impulso primo della repressione che portò a quelle atrocità partì da un movimento rivoluzionario che si stava trasformando in regime, convertendo quindi in violenza di Stato l’animosità nazionale e ideologica diffusa nei quadri partigiani’.
“Dobbiamo ricordare le stragi e le tragedie imputabili a una ideologia totalitaria, quella del comunismo titino, che si è sostituita alla centralità della persona, allo stato di diritto, alla democrazia, per immunizzarci contro i rischi di un suo riemergere oggi di fronte al ritorno dell’odio ideologico e del tentativo di schiacciare l’altro, che ricompaiono persino in Europa. Non bisogna mai arretrare dalla responsabilità della memoria, non bisogna mai perdere di vista l’autentico baricentro che regge la civiltà europea e occidentale, il rispetto della persona umana, il suo valore intangibile”.
“Il Ricordo è esattamente la missione profonda di un sistema scolastico che sia davvero all’altezza di sé, della propria missione educativa, del proprio incarnare un orizzonte di valori, oltre che di saperi”.
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