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Musicista ucciso a Napoli, Meloni chiama la madre: “Cosa posso fare?”. Il magistrato Gratteri: “Servono tanti docenti”

Si parla ancora dell’assurdo caso dell’uccisione del 24enne Giovanbattista Cutolo, il musicista raggiunto da un colpo di pistola sparato da un 16enne vicino ad ambienti criminali a Napoli, la settimana scorsa, dopo una banale lite scatenatasi per futili motivi.

La città di Napoli, trainata dalla madre del giovane, si sta mobilitando contro l’avanzare di giovani delinquenti che rendono la città pericolosa, abbandonati dalle famiglie e dalle istituzioni. Oggi, 4 settembre, dopo l’appello diretto proprio a lei, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha telefonato personalmente alla madre del 24enne. Lo riporta Fanpage.it.

“Una conversazione tra due madri”

“È stata una conversazione tra due madri, sincera ed accorata, mi è sembrato di conoscerla da sempre. Le ho chiesto se potevo chiamarla Giorgia, mi ha risposto: ‘Certo che devi chiamarmi Giorgia’. Le ho detto: voglio incontrarti, devi aiutarmi a fare in modo che altre madri non vivano più drammi come questo. La criminalità non può averla vinta, dobbiamo proteggere i nostri ragazzi, la parte sana del Paese, il futuro che vorremmo”, ha raccontato la donna.

Oltre alla Meloni a chiamarla è stato anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che sarà a Napoli mercoledì 6 per i funerali del ragazzo officiati dal vescovo, Mimmo Battaglia. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, ha proclamato per quel giorno il lutto cittadino.

Oggi si svolgerà l’autopsia sul corpo del giovane. Nel frattempo emergono nuovi dettagli sulla dinamica degli eventi: il ragazzo, dopo l’assassinio, sarebbe andato a giocare a carte come se nulla fosse successo. “Non pensavo fosse morto”, avrebbe detto. In un video acquisito dalle forze dell’ordine si vedrebbe il ragazzo esplodere 3 colpi di pistola in sequenza ad altezza d’uomo e poi andare via.

“Duecento poliziotti e finanzieri non sono la soluzione al problema”

Nel frattempo sull’orribile vicenda si è espresso, come riporta La Repubblica, Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro. “L’omicidio del giovane musicista a Napoli è il risultato di decenni e di degrado e di abbandono soprattutto da parte delle famiglie”, questo il suo pensiero.

“Anche se domani arrivassero a Napoli duecento poliziotti e finanzieri non sarebbe la soluzione al problema, quello che è accaduto è il risultato di una serie di concause. Ci sono genitori che hanno abbandonato in modo sistematico i figli. Se sono famiglie normali li hanno abbandonati davanti a Internet. Se sono famiglie di delinquenti sono figli della strada”.

Per Gratteri la ricetta a questi problemi sono “tanti educatori e tanti insegnanti che possono aiutare i ragazzi. Abbiamo bisogno di una scuola a tempo pieno. Qui non si investe nell’istruzione, non si investe negli asili. Si spendono soldi per la sagra della melanzana e non si trovano i soldi per cose essenziali”, ha concluso.

Redazione

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