La sedentarietà derivante dalla pandemia ha incrementato gli episodi di devianza tra i giovani. Anche rispetto al consumo di alcol. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante la Conferenza nazionale alcol del 15 marzo promossa dal ministero della Salute: “sentiamo tutti l’estrema gravità di una situazione che negli ultimi anni è degradata molto: c’è un malessere generale dei nostri ragazzi che si esprime in varie forme, tra cui l’aumento del consumo di alcol fuori dei pasti”.
Bianchi ha ricordato che l’assunzione di alcol risulta non di rado nascosta “in cocktail o legata a momenti di euforia” e che “il consumo di alcol è aumentato soprattutto tra le ragazze“.
Secondo il ministro tutto questo è “un segno di pericolosità sociale di cui tutti dobbiamo farci carico e la scuola lo sta facendo”.
Il numero uno del dicastero dell’Istruzione ha detto che lo stesso Ministero ha “avviato un contrasto forte alla diffusione dell’alcol, con 5mila insegnanti coinvolti, ma è fondamentale la collaborazione di tutti”.
Il riferimento del ministro Bianchi è soprattutto ai genitori e alle istituzioni locali, non sempre attenti a queste dinamiche.
Il problema riguarda, però non solo l’alcol, ma l’intero comportamento alimentare: Bianchi ha ricordato che i disturbi relativi alla cattiva alimentazione “sono aumentati moltissimi in questi due anni: sono tutti segnali che vanno colti, segnali di disagio che non sono solo dei ragazzi e che riportano al centro il ruolo delle famiglie, delle comunità locali e della scuola”.
Anche la ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, ha detto che “aumentano i consumi di tipo diverso e le ‘sfide alcoliche’. Inoltre”, nell’anno dell’emergenza da Covid “si contano 3mila ricoveri in Pronto soccorso per intossicazione da alcol soprattutto tra giovanissimi. Lo indicano i dati della nuova Relazione al Parlamento riferita al 2021″.
“Il 76% degli studenti tra 15 e 19 anni fa consumo di una bevanda alcolica nella vita, il 71% ne ha fatto consumo nei 12 mesi precedenti l’indagine e il 43%nell’ultimo mese”, ha sottolineato la ministra.
L’aumento di giovani dediti all’alcol è inequivocabile: nel 2019 il fenomeno riguardava il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età mentre nel 2020 ha riguardato il 18,4% dei giovani della medesima età.
Sempre nell’anno della pandemia Covid, in Italia, si sono contati 8,6 milioni di consumatori di alcol a rischio, in aumento rispetto al 2019 sia per quanto riguarda gli uomini (+6,6%) che le donne (+5,3%). Di questi quasi sono 800.000 minori. Ad aumentare sono anche le abbuffate alcoliche, che nel 2020 hanno riguardato il 18% dei giovani.
Si conferma la tendenza che vede una riduzione della quota di consumatori che bevono o solo vino o solo birra, mentre aumenta chi consuma anche aperitivi, amari e superalcolici.
Si beve più al Nord che al Centro Sud e il consumo di alcol aumenta al crescere del titolo di studio, soprattutto per le donne: tra quelle con licenza elementare consuma alcol almeno una volta all’anno il 41,6%, quota che sale al 74,3% fra le laureate. Anche se il 2020 è stato caratterizzato da una forte diminuzione degli incidenti e delle vittime, cresce anche il numero di incidenti stradali legati all’alcol.
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