Il sogno rimane il posto “fisso”, magari presso la pubblica amministrazione. Solo che i giovani italiani al termine della carriera di studi devono confrontarsi con la realtà: fatta di tanta disoccupazione (quasi uno su tre) e dell’80% di quelli che trovano lavoro solo in aziende private. Ora, il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi, ci dice che molti di questi ultimi hanno anche una vocazione al rischio: quello che c’è sempre quando si intraprende un’attività propria. Figuriamoci se si tratta di ‘imprese giovanili’: il rappresentante di Unioncamere ha dichiarato, a Rimini nel corso del convegno sul “Sistema Paese”, svoltosi nell’ambito del Meeting 2011, che sono ben 720mila le imprese guidate da un under 35. E si concentrano soprattutto nei settori più tradizionali. Al 31 dicembre del 2010, infatti, i settori a più elevata concentrazione di imprese giovanili sono quelle dei servizi alle persone (16,2% del totale delle imprese del settore), delle costruzioni (15,9%) e dell’alloggio e ristorazione (15,2%). In media, l’universo delle imprese ‘under 35’ rappresenta l’11,8% di tutte le imprese, per la precisione 723.531 unità su 6.109.217 complessivamente esistenti in Italia.
“In termini assoluti, però – ha sottolineato Gagliardi presentando la prima rilevazione sistematica, realizzata da Unioncamere in collaborazione con InfoCamere, nell’ambito del neo-nato “Osservatorio sull’imprenditoria giovanile” – il settore che attrae maggiormente i giovani capitani d’impresa è quello del commercio, dove si contano quasi 200mila imprese pari al 27,6% del totale di aziende “under 35″, subito seguito dalle costruzioni (144mila unità, 1,19,9%) e, a distanza, dall’agricoltura (65mila imprese, pari al 9% di tutte quelle guidate da giovani)”.
Dal punto di vista geografico è Roma (con 44.166 imprese) la provincia che fa segnare il maggior numero di iniziative imprenditoriali giovanili, seguita da vicino da Napoli (40.874) e, più da lontano, da Milano (29.753). Nella classifica delle prime 10 province italiane con il maggior numero di imprese giovanili, si scoprono ben 6 province del Mezzogiorno. Dopo Torino, in quarta posizione con le sue 28.307 imprese “under 35”, infatti, si trovano Bari (22.394 imprese), Salerno (17.766), Catania (15.801), Caserta (15.325) e Palermo (15.234). In decima posizione Brescia, appena sopra quota 15mila imprese.
All’estremo opposto, tra le province meno popolate da imprese giovanili spiccano quelle centro-settentrionali: ben 7 su 10. Nell’ordine, si tratta di Gorizia, cui va la palma della meno ‘giovanile’ (1.052 imprese), Trieste (1.423), Aosta (1.449), Verbano-Cusio-Ossola (1.558), Belluno (1.613), Sondrio (1.870) e Biella (2.040). Nel gruppo di coda anche Isernia (1.293), Oristano (1.918) e Rieti (2.032).
“In termini assoluti, però – ha sottolineato Gagliardi presentando la prima rilevazione sistematica, realizzata da Unioncamere in collaborazione con InfoCamere, nell’ambito del neo-nato “Osservatorio sull’imprenditoria giovanile” – il settore che attrae maggiormente i giovani capitani d’impresa è quello del commercio, dove si contano quasi 200mila imprese pari al 27,6% del totale di aziende “under 35″, subito seguito dalle costruzioni (144mila unità, 1,19,9%) e, a distanza, dall’agricoltura (65mila imprese, pari al 9% di tutte quelle guidate da giovani)”.
Dal punto di vista geografico è Roma (con 44.166 imprese) la provincia che fa segnare il maggior numero di iniziative imprenditoriali giovanili, seguita da vicino da Napoli (40.874) e, più da lontano, da Milano (29.753). Nella classifica delle prime 10 province italiane con il maggior numero di imprese giovanili, si scoprono ben 6 province del Mezzogiorno. Dopo Torino, in quarta posizione con le sue 28.307 imprese “under 35”, infatti, si trovano Bari (22.394 imprese), Salerno (17.766), Catania (15.801), Caserta (15.325) e Palermo (15.234). In decima posizione Brescia, appena sopra quota 15mila imprese.
All’estremo opposto, tra le province meno popolate da imprese giovanili spiccano quelle centro-settentrionali: ben 7 su 10. Nell’ordine, si tratta di Gorizia, cui va la palma della meno ‘giovanile’ (1.052 imprese), Trieste (1.423), Aosta (1.449), Verbano-Cusio-Ossola (1.558), Belluno (1.613), Sondrio (1.870) e Biella (2.040). Nel gruppo di coda anche Isernia (1.293), Oristano (1.918) e Rieti (2.032).